Salve a tutti,

non vi nascondo che di questo viaggio mi ricordo davvero poco e quindi senza nessun ausilio mi limito ad un reportage telegrafico di appunti, ma che dico appunti, di schizzi mentali; non c’è debbio che ogni qualvolta io od i miei compagni di viaggio trovassimo qualcosa da aggiungere questo verrà fatto.

Ma proviamo a ricordare.

(mappa) – (foto … in fase di ricerca)

Certo dopo la stupenda esperienza Turca sarà difficile creare un nuovo viaggio dal sapore altrettanto appagante, considerato poi che Capo Nord non riusciamo ad organizzarla; per cui, verso la fine dell’inverno, come sempre, nascono le idee che poi si sviluppano in viaggi.

Non chiedetemi perché ma a questo giro questo è quello che vien fuori.

Il primo giorno di vacanza vuole come obiettivo la città di Monaco; il viaggio è fin troppo semplice, banale direi; autostrada e via.

Sappiamo che il cambio col Marco non ci è affatto favorevole, per cui più volte pensiamo di passare la notte in un B&B prima di giungere a destino che sono decisamente più economici; fatto sta che alla fine ci troviamo nella capitale della Baviera e per far quadrare il bilancio troviamo alloggio in una casa dello studente.

Una sistemazione più economica rispetto ad un classico hotel, comunque sempre decisamente più costosa di un alloggio fuori città; ormai ci siamo, è pulito, abbiamo comunque una camera per noi, per una notte può andare.

Andiamo a cena in un fast food vicino per poi tornare a letto presto in modo da essere in piedi il giorno seguente di buon ora per dedicare più tempo alla visita della città; comunque ad un cert’ora del pomeriggio scapperemo verso Pagra.

Di Monaco ricordo il Glockenspiel, famoso carillon in Marienplatz, la piazza più antica della città; ci siamo goduti i suoi rintocchi animate dal movimento di tutte le statue, ne è valsa la pena attendere il mezzogiorno.

Come da copione, siamo ripartiti a metà pomeriggio in tappa di avvicinamento alla capitale Ceca che poi abbiamo raggiunto il giorno seguente; all’arrivo abbiamo seguito una sorta di raccordo autostradale che ad un certo punto è finito così, nel nulla.

Là abbiamo trovato un box che era una sorta di ufficio turistico, per cui abbiamo approfittato e ci hanno aiutato a trovare l’alloggio e chiamato il proprietario per venirci a prendere; dopo circa mezz’ora giunge un rotondotto signore in motorino con una simpatica faccia che strabuzza dal casco jet.

Scende si presenta e ci fa cenno di seguirlo e noi, in moto, eseguiamo; giunti alla casa (senza correre), il proprietario ce la mostra e ci chiede se siamo soddisfatti; molto carina, curata, con una piscinetta in giardino, ad un prezzo molto interessante, accettiamo e paghiamo.

Rimarremo là tre giorni, ben dedicati alla visita di questa bella capitale; dopo un giorno scegliamo i nostri posti fissi per mangiare e l’ultima sera, a cena, esagero assaporando come dessert delle meravigliose e abbondanti pesche melba che mi rimarranno nel cuore tanto che sarei restato un paio di giorni in più solo per quelle.

Il successivo obiettivo sarà in Polonia, a Cracovia; all’arrivo avremo molta difficoltà per trovare una sistemazione perché non esistono mezze misure.

Il primo hotel che troviamo è enorme, di lusso e con prezzi da ricconi; per noi è fuori misura per cui iniziamo una estenuante ricerca che dopo due ore ci porta ad una casa dello studente, enorme, scadente e con prezzo ridicolo, ma per due notti ce la facciamo bastare.

Prima di pranzo siamo già in centro per iniziare la visita della città; mentre con una mappa cerchiamo di capire cosa fare, siamo avvicinati da un signore che parla italiano, che di primo impatto non fa buona impressione anche per come è vestito.

In realtà si rivela una guida eccezionale, ed una persone umile e gentile ma di una cultura notevole; pur vestendo panni rattoppati mostra una dignità favolosa ed è sempre sorridente.

Entriamo in confidenza e ci racconta di essere un professore che fa la guida per arrotondare il basso stipendio; alla fine della giornata ci ha mostrato le cose più importanti intrattenendoci meravigliosamente.

Nel congedarci gli offriamo un extra rispetto a quanto pattuito, li merita tutti, e lui sorpreso ringrazia e prima di lasciarci ci indica la Miniera di sale di Wieliczka come luogo da visitare prima di abbandonare la Polonia.

Così abbiamo l’obiettivo del giorno seguente; la mattina ci rechiamo sul posto e la visita richiederà quasi l’intera giornata.

Questa antica miniera di sale e composta da una parte storica e culturale, aperta alle visite turistiche, e c’è anche una zona ancora operativa; scendiamo non so quanti scalini per giungere al punto di partenza del tour che sarà lungo e spettacolare.

All’interno della miniera ci sono molti locali, alcuni enormi utilizzati anche per la vita sociale della città; una sorta di villaggio sotterraneo con tanto di chiesa, mensa, salone riunione, con lampadari stupendi, e perfino una palestra per giocare a basket.

Il nostro buon professore ci ha dato davvero un ottimo consiglio; usciamo da lì che è quasi sera e torniamo a Cracovia giusto per cenare e fare un piccolo giretto prima di andare a nanna.

La mattina dopo viaggiamo verso una destinazione da motociclista, Brno, dove ci toglieremo lo sfizio di vedere il moto GP; arriviamo in serata e troviamo un albergo soddisfacente.

Notiamo, dalle finestre del corridoio che conduce alle nostre stanze, delle pareti esterne annerite e con Maurizio facciamo una battuta: “Ci manca solo che prenda fuoco l’albergo!!!”e ci ridiamo su; le camere sono ampie e pulite, le donne si gettano subito in doccia, visto che nei due giorni a Cracovia non hanno osato entrare nelle docce comuni dell’ostello della gioventù (beh, noi uomini ci abbiamo provato ma francamente erano da evitare soprattutto per ruggine e mancava acqua calda).

Ci svegliamo di buon ora e andiamo in moto all’autodromo situato fuori città, a circa 20 km; giunti sul posto troviamo immensi parcheggi, molti destinati alle moto, e quindi sostiamo, prendiamo il necessario e ci rechiamo alla biglietteria.

Acquistato il biglietto, rigorosamente prato, cerchiamo un buon posto per vedere parte del circuito; è una bella giornata di sole, fa caldo, e ci godiamo le tre gare principale con grande soddisfazione.

Abbastanza cotti dal sole, decidiamo di abbandonare rinunciando al resto delle competizioni minori; torniamo in albergo ci rinfreschiamo e riposiamo prima di cena poi ce ne andiamo a dormire perché domani si va a Vienna.

La mattina prima della partenza, non so per quale motivo domandiamo il motivo delle pareti esterne annerite e scopriamo che c’è stato un incendio recentemente ma che i lavori finali sono stati interrotti in occasione degli eventi sportivi motociclistici, salvo completarli subito dopo; con Maurizio ci guardiamo sorridenti ma senza commentare.

Entriamo nella Capitale austriaca a metà pomeriggio e provvediamo all’immediata ricerca di un luogo per alloggiare: i prezzi sono stratosferici ovunque, tanto che verso sera rinunciamo a restare e puntiamo verso l’Ungheria.

Durante il tragitto vorremmo fermarci in Austria ma, non trovando niente di adeguato, tiriamo di lungo e superiamo il confine: dopo pochi chilometri troviamo un campeggio di soli bungalow, molto carino e decisamente a buon mercato.

Ci sistemiamo e, nonostante la tarda ora, cerchiamo dove cenare; li vicinissimo c’è un locale molto grazioso e riusciamo a fare un piccolo pasto in modo di andare a dormire con lo stomaco a posto.

Sveglia presto, partiamo subito alla volta di Budapest, decidendo di fare colazione per strada; così facciamo, trovando un locale sulla via, valido per mangiare, ridicolo per altri funzioni biologiche (cessi a caduta).

Arriviamo in città in mattinata e, mentre giriamo alla ricerca di un “bivacco”, vediamo a bordo strada una bella donna che vicino ad un vecchio Maserati Ghibli fa cenno di fermarci; sostiamo, credendo che abbia bisogno di aiuto, ed invece ci propone, in modo fastidiosamente insistente, di alloggiare dove vuole lei; non ci fidiamo e quindi ci svincoliamo.

Continuando nel nostro giro nella capitale ungherese, che intanto intravediamo, troviamo un’agenzia turistica, ci fermiamo e chiediamo informazioni; ci vengono offerte varie soluzioni alloggiative ed optiamo per un appartamento in centro, paghiamo e andiamo con la mappa alla mano.

All’indirizzo indicato, Entriamo in un vecchio palazzo e raggiungiamo l’abitazione che troviamo in disordine, con il bagno da pulire e con liquami indecifrabili dentro ad un vaso; richiudiamo e torniamo a razzo in agenzia, spieghiamo il tutto e loro, scusandosi, ci rimborsano senza batter ciglio.

Siamo al punto di partenza e riprendiamo il girovagare, finche non ritroviamo la bella signora, che ribattezzeremo come “lo squalo”, che di nuovo ci richiama; siamo stufi di girare e qindi cediamo alle sue “lusinghe” e la seguiamo.

Ci porta in un grazioso immobile poco fuori città, e le stanze sono eccezionali; rimaniamo stupiti positivamente perché pensavamo fosse fosse tutta per noi, quindi partiamo contenti per una visita turistica pomeridiana.

Al nostro rientro troviamo una sorpresa, la nostra padrona di casa è in realtà un’affittacamere per cui la sera ci troviamo in compagnia di altre coppie ospiti, ma non è un problema; in fondo si sta bene, il posto è bello, pulito ed ognuno ha la sua privacy.

La mattina seguente andiamo a far colazione, compresa nel prezzo, in un locale a 100 metri di distanza che scopriamo essere un alberghetto di proprietà della madre; colazione ottima e via a fare i turisti, così per tre giorni intensi e piacevoli.

Non scorderemo mai “lo squalo”.

Comincia la fase di rientro in Italia e durante il tragitto valuteremo dove sostare; nel tragitto casuale ci troviamo vicino a Kranjska Gora ma i prezzi sono da famoso luogo turistico per cui cerchiamo alternative vicine meno conosciute.

Alla fine arriviamo a Bovec, paesino carino e tranquillo, e trovimo un magnifico albergo lussuoso e a buon prezzo; fa per noi, e mentre i le donne optiamo per centro massaggi, Maurizio si butta in fuoristrada con la moto.

Tutto bene se non fosse che, bello rilassato, devo sbattezzarmi insieme al mio “simpatico” compagno alla ricerca di un gommista che sistemi la sua ruota bucata; non sarebbe un problema se non fosse sabato pomeriggio e domani sera dobbiamo essere a casa perché lunedì rientriamo tutti a lavoro.

La fortuna ci aiuta, ci viene indicato, da abitanti del luogo, di andare a casa di un ragazzo che ha l’attrezzatura per darci una mano; e così siamo riusciti a rompere le balle ad un giovane nel suo giorno di festa, ma, ovviamente, alla fine è stato giustamente ricompensato, con un buon extra.