di tutto un po'

Mario Ferraro

Mese: Settembre 2018

22.02.2018 – CONFRONTO FRA:

DUCATI MULTISTRADA 1200s Touring (anno 2012)

DUCATI MULTISTRADA 1200 Enduro (anno 2018)

Oggi è passata una settimana e ben 1400 km dal cambio moto e forse ora, a ragion veduta, posso cominciare a parlare (ai miei amici e non) delle differenze fra le due moto.

Non vi nascondo che il primo impatto appena preso il grosso Endurone Ducati non è stato soddisfacente ed ho percepito un senso di pentimento.

Precisiamo subito che il salto generazionale dal punto di vista motoristico è davvero notevole; il vecchio motore 1200 fa parte della generazione storica del desmo dove la faceva da padrone quello scatto felino che mal si conciliava col passeggio in città.

Mi spiego meglio: come dichiarato da vari tester della bicilindrica italiana, con i nuovi motori, dalla versione 2013 in poi, la casa bolognese è ben intervenuta sui bassi regimi eliminando quel fastidioso singhiozzare che, soprattutto in città, era molto evidente; per contro si è persa l’immediata risposta del motore al gas spalancato di colpo che, a mio avviso, è punto di forza per i nostalgici fans del marchio. Anch’io, apprezzavo questa qualità della mia vecchia moto (che ho definito sempre come ”sensazione on/off”) che la rendeva fantastica da guidare fuori dai centri urbani.

Tornando al paragone potrei sintetizzarlo così:

– 1200s Touring anno 2012 – è la vera multistrada ossia la vera moto polivalente che può essere usata con la massima soddisfazione sia per la girata domenicale con gli amici nelle curve intorno casa, sia in pista sfruttando tutti i cavalli a disposizione nella mappatura sport di base o estrema, senza rinunciare alla possibilità di un piacevole viaggio a Capo Nord; per il fuoristrada no comment.

Da non sottovalutare il minor peso e la migliore maneggevolezza in curva a bassa velocità e, soprattutto, in fase di parcheggio (beh, circa 50 kg in meno varranno qualcosa!!!).

– 1200 Enduro anno 2018 – è un’evoluzione specialistica del modello “base”, una moto perfetta per il moto-turista, adatta per macinare chilometri su chilometri. In autostrada puoi viaggiare a 200 km/h in tutta tranquillità (se non ti spaventa veder scorrere senza poter osservare ciò che ti sta attorno), offre una guida piacevole ed anche brillante nel misto veloce, si difende nei percorsi più tortuosi dove però devi prediligere il godimento del panorama a quello di una guida aggressiva; fuoristrada no comment.

Il maggior peso e altezza non vanno sottovalutati soprattutto a pieno carico; occhio a dove parcheggi, altrimenti devi chiedere aiuto, e alle curve strette (o inversioni ad U) a velocità ridottissima, dove uno sbilanciamento può essere fatale.

Quanto sopra non serve a definire una classifica fra le due moto, ma sono semplici valutazioni (personali); poi ognuno sceglie in base alle proprie esigenze di ogni tipo.

A questo punto mi domanderete se sono soddisfatto: direi proprio di sì.

Una linea imponente, il frontale grintoso con una fanaleria accattivante, abbondanza di accessori elettronici, un motore importante e potente la rendono davvero coinvolgente e, con il passare dei giorni e dei chilometri, diventa più semplice gestire le sue dimensioni, ma sempre con adeguata attenzione; i suoi 270 kg circa, superato il punto critico, non si reggono.

Per dettagli più tecnici, vi lascio agli articoli dei professionisti del settore.

Buon viaggio a tutti.

16.09.2018 – STELVIO, fatto ma con una novità.

15 e 16 settembre 2018: STELVIO, ebbene ci sono riuscito. 

(foto)              (maps)

Anche quest’anno non trovavo il modo d’incastrare una data per fare questo giro in moto voluto per capire quanto fosse vero ciò che avevo letto.

Ormai pronto a rinunciare, gli eventi hanno modificato il quadro e nel weekend scorso mi sono trovato, grazie ad una grande novità, a fare il famoso passo in direzione Bormio-Solda e viceversa.

Andiamo per gradi.

La novità: dopo oltre un mese di riflessione (praticamente dalla settimana dopo il rientro da Capo Nord e fiordi norvegesi) su cambiare o meno la mia esaltante Ducati Multistrada 1200s Touring (anno 2012), giunge una proposta del concessionario Ducati di Piacenza che mi ingolosisce parecchio.

Tentenno una settimana, poi cedo alla tentazione ed organizzo per ritirare la (quasi) nuova Ducati Multistrada 1200 Enduro per sabato 15 settembre (per il confronto fra le due moto vi rimando qui).

Quasi come naturale conseguenza, ecco che si materializza l’idea: sono già un pezzo in su perché non puntare allo Stelvio? E mi dico: “Cosi mi faccio anche esperienza con la nuova moto.”

…..E così è stato…..

Sabato 15, partenza in ritardo di un ora (7.30) ma essendo quasi tutta autostrada recupero 30 minuti senza scapicollarmi.

Arrivo alle 10.00 circa in concessionaria e fra pratiche burocratiche, qualche spiegazione e l’adattamento del bagaglio (sulla nuova moto non ci sono bauletti, vedremo in seguito), parto con 45 minuti di ritardo (12,45) rispetto a quanto mi ero prefissato.

Fino al Lago D’Iseo, autostrada e strada statale hanno poco da dire, poi tutto cambia in un graduale crescendo fino a Bormio; da qui comincia la parte dura e bella.

Inizio con una salita fatta di curve, alcune piacevoli, altre più impegnative, senza contare i numerosi tornanti fino al passo che non lasciano nessuno spazio alla guida; in compenso dovresti fermarti ogni volta per goderti il panorama (ovviamente spessissimo ho tirato di lungo altrimenti non arrivavo mai).

Sono in cima (17.15 circa), un caldo anomalo mi accoglie ma non sono solo; ci saranno circa 200 motociclisti e altri arrivano, come altri vanno.

Mi riposo (si fa per dire) una mezz’ora girellando qua e là per fare foto; alle 17.40 circa punto in direzione altoadesina per raggiungere l’albergo, non prima però di aver affrontato una cinquantina di tornanti spettacolari e discretamente faticosi.

Arrivo a Solda verso le 19.00; dopo la sistemazione in albergo mi godo una piccola cena, una fresca passeggiata, qualche distrazione in camera prima di coricarmi pensando ai 50 tornanti a salire che mi attendono la mattina seguente per salutare di nuovo il passo dello Stelvio.

Domenica 16 settembre ore 8.00 sono a fare colazione, poi completo i preparativi con tutta calma e alle 9.45 metto in moto per il ritorno.; stavolta farò il passo nel senso più bello, come dicono quasi tutti gli articoli che ho letto.

Confermo e mi dispiace solo di non avere la telecamerina a bordo per farvelo provare.

Il traffico è vivace, non solo moto, e l’andatura è lenta sia a causa dei tornanti, che fai solo in prima o seconda (e scordati di piegare), che per il traffico.

Ne approfitto per varie fermate a scopo fotografico e così arrivo in cima quasi a mezzogiorno; trovo un bel punto panoramico e sparo una bella ripresa (clicca qui), dopodiché riprendo il percorso in discesa verso Bormio, che comunque, come si vede dalle foto, non è che sia una passeggiata.

Giunto nella città termale decido di cambiare programmi e mi butto verso il passo Gavia; dopo un primo tratto non proprio coinvolgente si giunge in vetta e là la situazione cambia.

Trovo due specchi d’acqua che mi consentono belle foto e la vista di una discesa che sarà molto più impegnativa della salita; una strada molto stretta viaggiando dalla parte del burrone e alcuni tornanti di tutto rispetto.

Ci sono molti tratti misto veloci che rendono la guida piacevole, ma mettono davvero a dura prova i  freni.

Giungo al bivio per il passo del Tonale, mi solletica un’idea ma desisto; l’ora è bastarda, né troppo presto e né troppo tardi ma, per non rischiare di rientrare di notte, recupero la via del Lago D’Iseo.

Vorrei fermarmi per una visita un poco più attenta, ma poi opto per un rientro a casa che mi consenta di godermi il tramonto del nostro mare e quindi proseguo verso Brescia e via per le “strade di grande comunicazione”.

Sarebbe finita qui, ed infatti niente più foto, ma vi garantisco che l’autostrada della Cisa me la sono davvero goduta, prendendomi maggiore confidenza con il mezzo.

Insomma, un magnifico weekend e davvero mi auguro di farne altri, magari anche in buona compagnia.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén