by www.iviaggidimario.it

04.09.2022 – vado qui
Buongiorno, se così si può dire (in questo momento c’è un bel temporale con notevoli effetti scenici, ma reali); mancano ormai solo 6 giorni alla partenza e non vi nascondo che qualche preoccupazione aleggia su di me.

Sono convinto che un po’ di sana paura è giusto che ci sia; non sono uno sprovveduto, sono consapevole che in ogni viaggio ci sono sempre molte incognite, come nella vita del resto, per cui ben venga questa apprensione.

La giornata odierna offre uno scenario che probabilmente sarà quasi una costante nel fulcro del mio tour però, come per l’Islanda, mi auguro che non comprometta il progetto.

Quindi seguitemi e vediamo se saremo tutti coinvolti come nella suddetta esperienza; commentate i mei resoconti giornalieri, se volete, non so se riuscirò sempre a replicare, ma cercherò di sicuro di leggervi tempestivamente.

Ora attendiamo i pochi giorni che rimangono al via 😉

10.09.2022

Giornata che offre poco come potete vedere da foto e mappa; d’altronde, tolti i primi 45 km per passare dal Romito per vedere il nostro mare, il resto è tutta autostrada, da Livorno in poi.

La giornata è stata lunga e pesante con i suoi 1.450 km circa, mio nuovo record giornaliero (per la cronaca, il precedente era 1.330 km, fatti l’ultimo giorno di rientro dal viaggio in Islanda); solo due momenti hanno dato una scossa alla giornata:
– il primo, positivo, è stato la casuale conoscenza di un responsabile della Ducati ad un anonimo distributore autostradale; mi accingevo a ripartire dopo una breve sosta, e quest’uomo, insieme al figlio, guarda la mia moto è mi dice qualcosa inerente il mio logo (www.iviaggidimario.it) scritto sul bauletto. Ne è scaturita una bella e durevole conversazione con scambio di biglietti da visita e la cosa mi ha messo di ottimo umore.
– il secondo, negativo, è stato un banale errore che per poco non mi lascia bloccato nel piazzale di un hotel, operante senza personale; beata ignoranza o scarsa memoria, ho commesso la sciocchezza di imbucarmi nel parcheggio interno quando sono entrati altri clienti che per aprire il cancello hanno inserito un codice nel tastierino esterno.
La cosa mi ha lasciato perplesso ma, la necessità di un letto su cui riposare, non mi ha reso abbastanza lucido; quando mi sono reso conto dello stupido errore commesso, mi è preso il panico ed immediatamente ho reagito con incazzatura (con me stesso) ma, subito dopo, ho cercato di trovare una soluzione.
Alla fine ho beccato una cliente uscita per fumare che, non senza difficoltà, mi ha fatto aprire dal compagno che mi ha fatto un bel cazziatone; me lo son preso zitto zitto, ho ringraziato e sono andato al mio hotel, poco distante, per andare a dormire… al tempo, non così veloce.
Infatti, anche la mia struttura, in notturna, non ha personale per cui, per capire come entrare, ho perso almeno un’altra mezz’ora e devo ringraziare altri due ospiti stranieri dell’aiuto ricevuto, visto che anche loro avevano avuto gli stessi problemi per ottenere i codici di accesso.
Così, finalmente, alle 23 passate ero in camera mia.

In realtà ci sarebbe anche un’altra cosetta, negativa, ossia nel pomeriggio ho beccato la pioggia, ma sono immediatamente intervenuto fermandomi sotto un ponte per indossare attrezzatura specifica, quindi sono rimasto asciutto; tutto sommato la giornata dal punto di vista meteo non è andata male, la temperatura più bassa è stata 17°, però ho dovuto gradualmente aumentare l’abbigliamento e credo sia dovuto a vento e maggiore umidità che ho trovato man mano che salivo in Francia.

Dimenticavo, alla partenza mi sono reso conto che non ho una presa inglese e quindi dovrò trovare qualcosa in viaggio altrimenti niente resoconti; per concludere, consiglio di evitare di passare dal traforo del Monte Bianco, costa uno sbotto e perdi molto tempo in coda al casello.

11.09.2022

Sveglio in anticipo, mi preparo e prima di partire vedo alcune possibilità di alloggio nella mia destinazione odierna; non riesco a trovare subito qualcosa per cui decido di cercare durante il viaggio nell’Eurotunnel e prendo la strada per arrivare al terminal.

Poco traffico e quindi sono leggermente in anticipo e scopro che posso partire anche mezz’ora prima senza supplemento; ovviamente accetto e quindi vado al punto di imbarco.
Non vi sto a dire le dimensioni enormi dell’area terminal e che labirinto bisogna fare prima di giungere all’imbarco, oltre ai doppi controlli di dogana con passaporto alla mano; tutto abbastanza veloce, ma probabilmente perché c’era davvero poca gente, come confermato all’ingresso del treno dove mi fanno entrare per ultimo e mi danno uno scomparto tutto per me (Mau ora mi farai la battutaccia che “d’altronde la mia moto è grossa come un camion” 😀 😀 😀 !)

Durante il viaggio riesco a mala pena a fare una piccola manutenzione, incompleta fra l’altro, alla moto perché la traversata, non offre niente, ma è velocissima; in trentacinque minuti siamo al terminal inglese e lo sbarco è velocissimo, ma ribadisco che siamo veramente in pochi.

Appena uscito mi fermo al primo distributore, non faccio benzina perché ho ancora oltre 200 km di autonomia, ma perdo un sacco di tempo per prenotare, ma qui siamo un’ora indietro; prima di ripartire rifletto di nuovo se fare il pieno, ma desisto e non è una buona scelta, visto lo stress per trovare distributori di carburanti.
Già qui sono distribuiti davvero in modo strano, niente nell’autostrade adiacenti alle città, rari nelle altre, più costanti sui tratti simili a superstrade, di nuovo rari nei tratti simili a statali; insomma, sconsiglio di cercarne uno quando siete giunti in riserva.

Partito che sono circa le 9.00 ora locale, imbocco l’autostrada che è subito davanti a me con ingresso diretto; vi segnalo che qui, come in Germania, non ci sono pedaggi, salvo rare eccezioni, che però non ho riscontrato perché le moto sono free, almeno così dicevano i pochi cartelli segnalatori visti nel tratto che girava intorno a Londra, e comunque non ho visto caselli.
Non vi dico l’enorme quantità di autovelox, anche nelle zone con lavori in corso, con limiti leggermente inferiori ai nostri che influiscono sui tempi di viaggio; ovviamente tutti gli autisti li rispettano scrupolosamente, probabilmente ci saranno multe salatissime, quindi mi adeguo a questo ma prima ancora alla guida a sinistra, mi ci sono adattato subito, e alla misurazione in miglia, qui ho fatto un po’ di fatica.

Seppur oggi i km percorsi sono solo 820 circa, devo ammettere che sono stati decisamente più pesanti di ieri; meteo sempre più o meno velato, temperatura quasi sempre intorno ai 19° ma con una umidità notevole, velocità condizionata, traffico sempre piuttosto sostenuto, le diversità di guida sopra dette, saranno stati tutti fattori di maggior fatica, magari aggiunti anche agli altri 1.450 km di ieri.

Così, come per l’Islanda, i primi due giorni di viaggio servono solo per iniziare la vacanza, con anche un chilometraggio analogo; infatti con Edimburgo, capitale della Scozia, comincerò a vedere con occhi da turista/viaggiatore.

Faccio una precisazione sulle autostrade, sono gratuite anche perché spesso sono simili alle nostre superstrade, senza contare che, almeno nel mio percorso, negli ultimi 100 km circa molti tratti erano come le nostre statali; in queste ultime mi ha fatto decisamente strano sorpassare da destra e non vi nascondo che in alcuni casi ho esitato.

Arrivo a destinazione sotto la lieve tipica pioggerella scozzese, iniziata a circa 25 km prima, trovo l’alloggio, sono le 17.15, mi riceve il titolare del dormitorio dove soggiornerò, veramente gentile e disponibilissimo come tutto lo staff; mi trova una sistemazione sicura per la moto e cerca di aiutarmi in tutto, sia per sistemazione bagaglio che per trovarmi l’adattatore giusto per ricaricare il mio computer (già questo sarà un problema di comunicazione).
Tutto questo compensa la sistemazione piuttosto ristretta, ma d’altronde è un dormitorio, tra l’altro ben tenuto e pulito, magari eccessivamente affollato, ma per 18 sterline penso sia il massimo in questa grande città.

Sistematomi, corro in centro, sotto la pioggia costante, alla ricerca di un dispositivo che mi consenta di usare regolarmente il mio portatile, ma mi bagno è basta; almeno posso scattare delle foto della città, cosa che dà sensazione di vacanza.

Sarei volentieri restato fuori in giro tutta la sera ma, vestito ancora con stivali e giacca da moto che erano inzuppati come la mia testa, avevo bisogno di una doccia rigenerante; quindi rientro veloce, serata in alloggio e a letto presto.

Eccovi foto e mappa

12.09.2022

Cominciamo subito con una bella notizia, posso scrivere e pubblicare; purtroppo per voi dovrete sopportarmi. 😀

Ho passato l’intera mattinata per riscrivere i resoconti dei giorni scorsi e alla ricerca di una nuova sistemazione per oggi; già, nel dubbio di restare due notti ad Edimburgo, ne avevo prenotata solo una e nella struttura non potevo rimanere perché erano già pieni.
Ho comunque risolto e alle 13.00 avevo preso possesso del nuovo letto; sì, di nuovo un ostello, meno bello ma più spazioso.
Anche qui mi hanno trovato una sistemazione per la moto e, finalmente, venduto un adattatore che riesce a risolvere decentemente i miei problemi di ricarica del portatile e anche dei cellulari (uno alla volta ma va bene così).

Alle 13.30 muovo, rigorosamente a piedi, verso il centro con la buona intenzione di vedere più cose possibili; l’aria è fresca, forse a causa del vento, ed io mi sono messo il maglione di pile a collo alto e mi son portato dietro la mia felpa rossa invernale con cappuccio (quella logata 😉 ).

Decido di fare come prima tappa il cosiddetto “miglio reale”, strada di collegamento fra la Cattedrale di Sant’Egidio e il Castello della Città; mentre mi avvicino noto un traffico anomalo, un abbondante movimento di polizia principalmente in moto, qualche auto scura.
Comincio a immaginare qualcosa e la conferma ai miei pensieri viene al momento di immettermi nella strada che conduce al mio obiettivo, che è tutta transennata ai lati e bloccata al traffico; faccio un video, da pubblicare sui social, dove esprimo le mie sensazione confermate da un’articolo trovato e screenshottato in quel momento su internet.
La Regina Elisabetta come ben sapete è deceduta nei giorni scorsi a Balmoral (Scozia) e la prima tappa della sua salma nel Regno era proprio qui nella capitale scozzese; a volte il caso, potevo intravedere “Sua Maestà” o, per essere corretti, le onoranze funebri particolari a lei riservate.
Non faccio in tempo nemmeno a cominciare l’inserimento online, che arrivano ed imboccano la strada chiusa delle moto della polizia a sirene spiegate che scortano dei grossi suv con vetri oscurati; riprendo il passaggio e immediatamente pubblico.
Non credo fossero i familiari stretti della defunta Monarca, anche perché molto più tardi vedrò un paio di limousine che ritengo più probabili come loro mezzo di locomozione; sta di fatto che per questo evento c’era, ovviamente, un dispiegamento di forze ingente e un apparato di sicurezza non indifferente.

Man mano che affronto la salita che porta sia al Castello che alla Cattedrale, aumentano non solo i poliziotti, ma trovo un pubblico, sempre più numeroso, in attesa di offrire l’ultimo saluto alla loro Regina; purtroppo, gli accessi ai due miei obiettivi sono bloccati e le cose vanno per le lunghe, anche perché ho aspettato per oltre mezz’ora il probabile passaggio di un corteo ma niente da fare.

Quindi mi sono diretto altrove, più o meno a caso, e sono finito nella zona universitaria, non molto distante, dove c’era in pieno svolgimento una giornata di orientamento per gli studenti; una bolgia di giovani facce in tranquilla attesa davanti ai vari atenei.

Dopo un po’ ho deciso di ritornare in zona Cattedrale e, mentre mi avvicinavo, sentivo, non bene dagli altoparlanti posizionati in strada, recitare una messa; quando sono arrivato nella zona del Miglio Reale ormai era tutto finito ma anche tutto ancora bloccato.

Siccome non si poteva nemmeno attraversare, mi sono accollato un percorso molto più lungo per arrivare sempre alla grande chiesa ma, giunto nelle vicinanze, ho comunque dovuto aspettare un bel po’ prima che consentissero il passaggio; tuttavia, la strada era ancora transennata, la gente stava allontanandosi lentamente, le varie televisioni smontavano le attrezzature utilizzate per riprendere l’evento e alcuni giornalisti facevano l’ultimo reportage della giornata.

Alla fine mi sono dovuto accontentare di fare foto a distanza della Cattedrale di Sant’Egidio, dove hanno celebrato la messa funebre della Regina Elisabetta, quindi ho proseguito a caso mentre valutavo il da farsi; non era tardi, ma il vento cominciava a far sentire qualche piccolo brivido ed ho fatto una breve tappa ad un centro commerciale enorme che già avevo visto ieri sera.

Ne sono uscito deciso a far visita al Nelson Monument, che non era molto distante, e ne è valsa la pena sia per i monumenti che, soprattutto, per il magnifico panorama che offriva; per contro i miei polpacci hanno ricevuto il colpo di grazia, con continui piccoli crampi che mi hanno fatto decidere di tornare all’ostello, comprensibile dopo oltre 7 miglia di cammino.

Prima però mi sono fermato al centro commerciale dove son andato ieri sera, che era di strada, per una piccola spesa ed anche per cercare delle “calamite ricordo”; purtroppo niente souvenir e, nel rientro, ho fatto un’altra strada che mi ha permesso gli ultimi scatti.

Ed eccovi le foto che raccontano quello che ho visto e vissuto oggi.

13.09.2022

Stamani partenza ore 7.20 per un doppio obiettivo, Dundee ed Aberdeen; complessivamente si parla di circa 200 km, quindi tragitto brevissimo, ma ero in modalità turistica e quindi molti stop & go per sigillare le prime immagini della Scozia nature.
Di strada a doppia corsia ce n’è stata un po’ e pure lì qualche scatto ho voluto farlo; molto più piacevoli le strade che definisco “statali” che permettono una maggiore e migliore scelta di immagini, salvo poi trovare un posto per fermarsi.
Quindi piacevole viaggiare, molto meno visitare le grandi città perché, di fatto, offrono ben poco; tant’è che ne ho fatte due in un giorno.

Oggi ho provato temperature mattutine di 10°, ma ero ben attrezzato e quindi nessun patimento; in compenso ho avuto sole e cielo praticamente sereno, situazione ottimale per foto con colori più vivaci.
Solo in tarda serata si sono riveste le nubi ma almeno non è piovuto.

Arrivato a Dundee circa alle 9 .00, ho trovato del traffico e, prima di macinare chilometri a vuoto, mi sono fermato in un parcheggio per scegliere cosa vedere; ho organizzato il mio tour seguendo un ordine comodo e funzionale, quindi ho realizzato tutto nel giro di 3 ore.

La prima cosa che mi ha colpito è senza dubbio il Dundee Law, un’area collinare al centro della città che offre un panorama a 360° davvero notevole; la seconda cosa il traffico svanito dopo il mio arrivo, che mi ha sicuramente agevolato moltissimo a ridurre i tempi degli spostamenti.

Per quanto riguarda il resto, carino ma nulla di particolarmente coinvolgente; è vero che tendo a visitare tutto in modo fugace, ma qui il tempo impiegato era quello giusto.

La cosa invece più deludente, la spiaggia fuori città vicino al Castello Broughty, con tutte quelle alghe giganti in putrefazione; peccato perché avrebbe meritato una passeggiata.

In anticipo sui tempi programmati, ho deciso di visitare subito Aberdeen, anche perché il mio alloggio era disponibile dopo le 15.00; quindi mi sono diretto là godendomi la strada e fermandomi all’occorrenza per fotografare i bei paesaggi ed alcune particolarità (pozzi petroliferi e pale eoliche in mare).

Arrivato a destinazione, ho adottato lo stesso criterio di visita della città precedente e tutto è calzato millimetricamente; qui, francamente, c’erano meno cosa da vedere e più traffico.

Miglior cosa vista qui è stata la spiaggia, molto lunga e decisamente più pulita di quella vista 100 km prima; ci sono pure una bella passeggiata e una strada che la costeggiano per intero.
Inoltre sono presenti street food caratteristici, locali e un parco giochi; insomma davvero ben attrezzato e comunque tranquillo.

Come ho detto, tutto si è svolto in tempi misurati perfettamente e alle 15.10 ero alla mia struttura ospitante, situata a 9 km circa fuori citta (15/20 minuti dal centro); ovviamente subito doccia, poi ho perso un po’ di tempo per caricare il mio telefono, mentre l’altro (che uso come navigatore) mi è servito per trovare e prenotare intanto la sistemazione per domani.

Dopo le 18 sono tornato in città e l’ho girata totalmente a caso; sono ripassato dal lungo mare, ma era tutto calmo come quando l’ho lasciato, e poi ho trovato il centro, ma alcune vie erano chiuse al traffico, quasi fossero lasciate solo alla circolazione pedonale.
Chissà se c’era qualche evento, sta di fatto che mi sono incasinato nelle vie traverse e alla fine ho deciso di rientrare, ovviamente col navigatore; la mia scelta è stata condizionata anche da altri fattori quali aumento della nuvolosità, temperatura fresca, nonostante fossi piuttosto attrezzato, e, tra l’altro, dovevo pure scrivere due righe sulla giornata odierna, oltre ad avere un mal di vita che mi ha assillato fin da inizio giornata.

Concludo con un ulteriore appunto negativo alle strade britanniche, quei maledetti catadiottri messi fra le linee tratteggiate; sono veramente fastidiosi e pericolosi per noi motociclisti, come se non bastassero le strisce stesse che non sono semplice vernice, ma sono tipo a bolla gommosa.

Ecco foto, mappa e buonanotte.

14.09.2022

Stamani ho aumentato l’abbigliamento indossando anche l’intimo tecnico perché il meteo prevedeva cielo coperto, qualche pioggerella e ovviamente vento, il tutto con temperature fra i 10 e i 15 gradi; la partenza è stata alle 7.50 perché ho perso quasi mezz’ora a montare un portatelefono antipioggia, che però è piccolo per i miei smartphone. Meno male ha piovuto poco.

Considerato che erano in programma solo 280 km circa, ho viaggiato con molta calma per godermi meglio il paesaggio; a proposito di questo, la partenza non era di buon auspicio e fino a Fraserburgh gli scatti me li sono dovuti inventare e rubare.

Giunto nella suddetta cittadina ho trovato pioggia, ma anche una bella spiaggia ed è lì che mi sono vestito antipioggia, sotto la tettoia di un locale; ripartito ho cercato il più possibile di seguire la costa e devo dire che non è andata malaccio, peccato il cielo plumbeo.

La strada migliore senza dubbio la 9031 che da Fraserburg fino a Rosehearty fiancheggia il mare, poi rientra leggermente per diventare la tipica strada scozzese che attraversa le campagne ma con la particolarità, in più occasioni, di vedere l’oceano; i terreni circostanti sono tutti saliscendi, come la strada del resto (ho trovato per la prima volta in vita mia una pendenza del 20%), e vi sono grandi coltivazioni oppure pascoli con pecore o mucche tranquille a brucare o ruminare.

Traffico assente, almeno fino al ricongiungimento con la A98 vicino alla cittadina di Macduff e, da qui in poi, il movimento è abbondante; però continuano gli stessi paesaggi e, in alcune cittadine, si va in spiaggia.

Quella che più mi è piaciuta e a cui ho dedicato più attenzione, facendo anche dei video, era a Nairn, cittadina sul lato est del profondo fiordo che giunge fino ad Inverness; ovviamente sono passato anche da qui perché è l’anticamera del famoso Loch Ness, che ho raggiunto e dove ho trovato da dormire.

Ora sono nella sala comune di un ostello che non è il massimo, ma è accogliente e, soprattutto, ha un vista lago notevole, oltre ad essere vicino alla strada che costeggia il grande specchio d’acqua; a proposito della strada, è molto bella sia paesaggisticamente che per il piacere di guida che offre, ma non puoi goderne a pieno a causa dei numerosi avvisi di autovelox.

Per chiudere, oggi posso fare la valutazione sui colleghi bikers inglesi; nei primi giorni li avevo presi in antipatia perché non salutavano e invece lo fanno, ma non è facile vederli.
Se è vero che le auto hanno i comandi rovesciati per via della guida a sinistra, le moto sono come le nostre, quindi, a destra c’è il gas; ovvio che saluti sempre con la sinistra ma qui, incrociandosi sul lato destro non è facile vedere il simpatico gesto dell’arto opposto, quindi non ci fai caso.

Poi devo dire che il traffico di due ruote non è così abbondante, anzi; comunque ieri, mentre facevo delle foto, mi hanno sorpassato 4 moto italiane che ovviamente non ho più incrociato.

Le foto, la mappa e la buonanotte.

15.09.2022

Anche stamani partenza ore 7.45 con tempo decisamente umido e strada ovviamente bagnata; previsioni meteo buone e temperature leggermente sopra la norma, quasi sempre.

Dopo una ventina di km comincio a sentire fresco alle mani, guardo il cruscotto e vedo 5°; sarà la minima di oggi poi la media si attesta sui 15° e francamente è perfetta.
Obiettivo odierno è Glasgow, ma per arrivarci cerco di sfruttare le strade che mi offrono qualcosa di buono da vedere; quindi, laghi, oceano e il verde di campi e foreste.

Per ben 250 dei 280 km totali mi sono goduto paesaggi molto piacevoli, anche se alla lunga sempre il solito film “stanca”; per fortuna il tratto di strada dopo Lochawe e fino vicino a Tyndrum mi ha ravvivato.
Circa 25 km di strada davvero divertente, un continuo sinuoso saliscendi, bello e veloce, situato in un’ampia valle nel mezzo alle montagne; inoltre, poco traffico e tempo ottimo hanno aiutato a rendere quel momento una vera goduria, anche se troppo breve.

Riepilogando, la A82 mi accompagna fino a North Ballachulish facendomi completare il lago Ness e poi seguire, lungo costa, prima il lago Oich e successivamente un lungo fiordo dove il vento ti fa sentire bene l’odore dell’oceano.

Per non perdere il contatto con il mare, proseguo sulla A828 fino a Connell e qui passo sulla A85 verso il Loch Awe, prima del sopracitato tratto di strada che mi ha rivitalizzato; qui riprendo la A82 che, anche se più trafficata, rimane piacevole fino alla fine del lago Lomond, che costeggia per tutta la sua notevole lunghezza.

Lì finisce il piacere perché il traffico ormai è caotico e poco dopo imbocco la M8 che mi porterà fino a Gasglow; arrivo nel mio ostello alle 14.30 circa, ma fino alle 15.00 niente Check-in.
Dopo la consegna del posto letto, perdo circa un’ora per sistemazioni varie, poi una bella doccia e alle 17.00 sono pronto per la visita della città; ho documentato con molte foto (anche troppe) ma il video fatto mentre rientravo alla mia struttura ospitante riassume bene le mie sensazioni.
Ovviamente ho deciso di non uscire, anche perché domani voglio partire presto per arrivare con ampio anticipo all’imbarco per l’Isola di Man; comunque la vita notturna non è che offra molto, se non un paio di birre ad un pub e, quindi, ho evitato per essere reattivo l’indomani.

Vi lascio foto e mappa della giornata e mi preparo per la nanna sperando di essere subito avvolto dalle braccia di Morfeo 😉 .

16.09.2022

Ebbene oggi poco da offrire, 270 km circa di sola autostrada; il meteo continua ad essere clemente anche se le temperature si sono sensibilmente ridotte, oggi minima 4°, e il vento mi ha accompagnato fino al porto d’imbarco, pale Eoliche per strada non mancano.

Già, oggi si passa alla fase due del mio viaggio; il pizzico di Scozia che vi ho offerto è iniziato con Edimburgo e si è chiuso con Glasgow, ora starò tre giorni sull’Isola di Man famosissima per il Tourist Trophy (clicca per dettagli).
Si tratta di un serie di gare motociclistiche su un percorso creato sulle strade dell’isola; ovviamente non è come correre in pista e non è per principianti,
anzi qui ci sono ormai espertissimi piloti di questa tipologia di gara che dal 1907 ha avuto ben 101 edizioni.
Anticipando la scontata domanda che vorreste pormi, vi rispondo subito dicendovi che ho preferito godermi le strade delle gare in serenità invece che durante il caos degli eventi sportivi, inoltre a giugno avevo altri progetti (Islanda).

Arrivato, come volevo, in ampio anticipo, son partito alle 7.30 ed ero al porto alle 10.45, ho cominciato a preparare i programmi giornalieri per l’isola e non solo; alle 11.30 ho ritirato il ticket d’ingresso al check ino e subito ci hanno fatto entrare e parcheggiare in zona imbarco.
Quindi sono tornato nel terminal e, in attesa dell’arrivo della nave, ho proseguito ciò che avevo iniziato; il tempo è volato, mi sono dovuto di nuovo interrompere per imbarcarmi.
La partenza è stata puntuale, ore 14.15, così come l’arrivo alle 18.00; durante il viaggio sono andato avanti con l’organizzazione delle giornate successive.

Nella navigazione sono rimasto particolarmente colpito da un parco eolico immenso proprio in mezzo all’oceano; una enorme quantità di pali eolici tutti in fila perfettamente allineati.

All’arrivo nella capitale, Douglas, la giornata era perfetta, cielo sereno, temperatura gradevole e niente vento; trovato il mio hotel, o non so cosa, ho scaricato il bagaglio che finalmente resterà fermo fino a lunedì mattina, ho fatto manutenzione alla moto e sono uscito, a piedi.

L’intento era di fare qualche altra buona foto prima e durante il tramonto, ma le procedure suddette mi hanno fatto tardare ed ero sulla passeggiata, di fronte alla spiaggia, alle 19.45; quindi ho valutato di fare serata, ma alla fine ho fatto oltre quattro chilometri a piedi, fino al porto e ritorno.

Così, ho avuto la possibilità di vedere cosa poteva esserci, ma niente di nuovo sul fronte divertimenti serali; semmai domani mi farò dire da qualche indigeno dove si fanno “venire la febbre del sabato sera” 😉 .
Ora vi lascio le poche foto e la mappa e vado a prepararmi, non so per cosa.

17.09.2022

Prima intera giornata dedicata alla seconda parte del mio viaggio e, per me, sarebbe già esaurita qui mentre, domani, dovrò inventarmi qualcos’altro dopo che avrò completato quel poco che mi ero creato ieri in nave; effettivamente questo fazzoletto di terra in mezzo al mare è poco più grande della nostra Isola D’Elba, per cui, senza grandi difficoltà, lo giri in un giorno.

Alla fine sono 200 km circa e, quando ho progettato l’intero tour, non avevo preparato percorsi dell’isola, per cui non mi ero reso conto delle dimensioni, anzi immaginavo un maggiore impegno per poterla visitare tutta; quindi, mi sono inventato un giro a spirale e il TT (Tourist Trophy), con i suo 60 km circa, ha rappresentato il cerchio piccolo cui è seguito, a scopo di conoscenza generale, un giro più ampio verso tutte le coste, ove possibile.
Con questo strano percorso, ho capito che quando la strada ti porta più in alto, vedi davvero tutto, addirittura se guardi verso Est scorgi le coste britanniche e verso ovest quelle irlandesi.

Foto ne ho fatte veramente tante, nonostante le strade strette e senza possibilità di fermarsi, spesso ho azzardato, dove potevo o valeva la pena; complessivamente ritengo di aver fatto un bel lavoro e mi sono permesso anche qualche bizzarria fra cui beccare il trenino elettrico dell’isola e, fra gli ultimi scatti prima di entrare in hotel, il tram a cavallo di Douglas.

Spiagge ne ho viste diverse e le più belle sono al sud nelle cittadine di Castleltown e Port Saint Mary; la prima delle due è quella che offre anche qualcosa in più, non a caso era un tempo la capitale.

Un punto panoramico degno di nota è stato The Sound che offre una bella vista dell’isoletta satellite Calf of Man; Peel invece mi ha un po’ deluso, ma avevo ampie aspettative perché ne parlavano molto bene in una recensione letta qualche mese fa.

Deludente la spiaggia di Blue Point che non so quanto valga la pena di raggiungere; strada stretta con argini di sterpaglia che bloccano totalmente la visuale ai lati privandoti la vista di panorami o paesaggi che potrebbero essere belli, il tutto per arrivare in una spiaggia di sabbia e ghiaia che non è granché.
Almeno si può intravedere, in lontananza, l’Irlanda, ma non è l’unico posto che te lo permette; inoltre, prima dell’accesso, è pieno di rovi stracolmi di more, con cui ho fatto merenda 😀 😀 😀 .
Anche la spiaggia di Ramsey, già vista anche in mattinata, non ha nulla di particolare, molto meglio quella di Laxey.

Ultima tappa al TT Campsite che, a dispetto del nome, è l’impianto sportivo dove ha sede la società di rugby della capitale; chiuso al pubblico, mi sono appena infiltrato giusto per fare due foto al verdissimo campo che ospitava delle lepri che certo non erano lì a far meta.

Non voglio dimenticare di farvi un accenno sui panorami, sono tutti molto apprezzabili, soprattutto quando si sale, però alla lunga sono ripetitivi e, a volte, gli stessi visti da altre angolazioni; sono comunque Scottish Style per forma, colori e famosi muretti in pietra.

Invece ci tengo a dirvi che le strade che più mi hanno preso sono; la A18 da Ramsey a Douglas, principalmente per la guida, davvero veniva voglia di correre, e le A36 e A27 da Port Erin a Dalby, per i panorami più belli.

Al rientro in hotel, doccia ed immediata uscita alla ricerca di potenziale vita notturna; la titolare mi ha consigliato un locale, il 1886, l’ho visto ma non credo che ci si balli.

Se oggi il meteo è stato ottimale, almeno durante il tour in moto, in serata nuvole e, soprattutto, temperatura mi hanno sciupato la passeggiata, costringendomi a rientrare anzitempo; quindi vi aggiorno.

Godetevi le mie foto, mappa 1 e mappa 2 mentre io decido che voglio fare; stasera è davvero fresco e quindi non so se esco di nuovo anche perché vorrei vestirmi in modo adatto ma, ovviamente, non con l’abbigliamento da moto.
Comunque buon sabato sera.

18.09.2022

Inizio di giornata meno brillante, meteorologicamente parlando, ma non per questo rinuncio al programma già fatto; non può certamente fermarmi un po’ di variabilità e, comunque, sono attrezzato e il tour sarà decisamente più breve, anche perché non ha senso e non ho voglia di girovagare totalmente senza meta.

Il percorso che mi sono creato prevede di percorrere vie più interne, meno battute, che attraversano l’isola; l’idea all’inizio offre buoni risultati e mi ritrovo nel nulla, in compagnia di pecore che mi bloccano la strada (mamma mia che fatica che fanno a spostarsi 😀 😀 ).

I panorami sono molto belli e offrono qualcosa di diverso, la guida, seppur lenta perché la strada è molto stretta, rimane comunque divertente; non dura molto perché, dopo un tratto di strada principale, rientro in percorsi secondari che, con fatica, offrono immagini “già viste ieri”.

Successivamente c’è il tratto su strada veloce, la A3 parte sud, carina ma senza novità paesaggistiche, e la A7, proprio nulla di che; entrambe, non fatte nel giorno precedente, oggi le ho utilizzate per raggiungere la bella A27 passando, causa lavori in corso, da una via secondaria, poco interessante.

Quindi, la A27 offre scorci panoramici molto belli, niente che non abbia già visto 24 ore prima, è la possibilità di guidare un po’ più brioso; nel frattempo comincia una lievissima pioggia, non me ne preoccupo e vado avanti senza attrezzarmi.

Il resto del percorso odierno ha poco da raccontare, ma qualche scatto interessante sono riuscito a farlo; da ultimo ho puntato il mare ed è stata davvero una buonissima scelta perché Port Soderick Beach, anche se è roccia con ghiaia e sassi, è molto bella e intorno ci sono scogliere davvero notevoli.

Ormai esaurito il programma ed essendo ora di pranzo, ho deciso di rientrare e poi valutare nel pomeriggio il da farsi; entrato in Douglas ho dovuto fermarmi forzatamente per fare una foto davvero particolare, un arcobaleno.
Va vista perché non è spiegabile a parole; volevo fare un altro scatto, con calma, appena arrivavo davanti l’hotel e invece, in soli 2 km, sono passato dal solicchio alla pioviggine e addio all’arco colorato.

Quindi, sono rientrato in tempo, ma in realtà in questo momento, mentre scrivo c’è di nuovo il sole, velato ma si vede.
Dichiaro chiuso qui il capitolo Isola di Man lasciandovi le foto e la mappa di oggi, semmai, nel pomeriggio, vedrò o farò qualcosa che vale la pena di aggiungere, ne dubito, aggiornerò questo resoconto in tarda serata o domani; una segnalazione è doverosa, qui ho trovato una concentrazione di motociclisti decisamente maggiore rispetto al viaggio in Scozia, però non so se sia passione dei locali o meta dei motociclisti inglesi.
Buona Domenica e di nuovo….

BUON COMPLEANNO SILIVIAAAAAAAAAAAAA
Boia deh! me lo so riordato deh! 😀 😀 😀

19.09.2022

Giornata iniziata sotto i migliori auspici con il meteo previsto in miglioramento e temperature leggermente in salita; mi sveglio leggermente prima di sempre (ore 5.00), completo i preparativi e vado al porto per le formalità e l’imbarco.

Arrivo ad Heysham puntuale (12.30), sono fra i primi a sbarcare, e velocemente raggiungo l’autostrada per Liverpool; tuttavia, per rendere meno noioso il viaggio, a metà strada, devio verso il mare così spero di vedere qualcosa di più gradevole.

In realtà non ci sono paesaggi che colpiscono l’attenzione, però alla prima tappa, Southport, posso “godermi” tantissima sabbia; effettivamente c’è bassa marea ed il mare è davvero lontano, tanto che devo zoommare a 10 x per riuscire a vederlo.

Riparto verso la seconda tappa ma ad una rotonda voglio di nuovo deviare verso l’oceano; buona idea, ci sarebbe anche la possibilità di accedere direttamente in moto in spiaggia, ovviamente ingresso a pagamento, ma non vale la pena perché dopo 50 metri puoi solo parcheggiare.
L’acqua qui è più vicina e si potrebbe raggiungere con una bella passeggiatina; purtroppo l’orologio corre e quindi riparto verso Crosby Beach.

In meno di mezz’ora ci sono e qui la situazione è anche migliore; davvero varrebbe la pena di fermarsi a lungo, ma voglio vedere più cose possibile della città dei Beatles.

Come prima cosa faccio un giro in moto dei punti di interesse che mi ero programmato in precedenza; il traffico è accettabile e riesco a muovermi abbastanza bene.

Una delle tappe a cui tengo in modo particolare è il Cavern Club, tipico pub inglese con musica al vivo posto in un seminterrato, famoso perché qui è nata musicalmente la band che ha fatto epoca; è la mia penultima tappa giornaliera ed ho qualche difficoltà a trovarlo, ma purtroppo è chiuso.
Scoprirò in seguito il motivo, quindi mi accontento di vedere solo un piccolo portone con una scritta che fa da insegna e che sparisce in un palazzo d’angolo che, oggi, è praticamente un museo dedicato ai Beatles; sono deluso, perché pensavo di farci serata, me ne faccio una ragione e proseguo il mio tour.

Alle 17.00 circa sono al mio ostello, non esprimo commenti sulla struttura ma sono tutti molto disponibili; mentre vi racconto, conosco un francese che vive qui da sette anni e parla abbastanza bene anche l’italiano.
Finalmente è possibile fare un po’ di piacevole conversazione e, purtroppo, scopro che oggi è tutto chiuso per lutto in onore della Regina defunta; con questo finisce, tristemente, la visita di Liverpool, perché non c’è praticamente niente da fare.

Prima di congedarmi da voi, come sempre, vi lascio foto e mappa; buona serata a voi.

20.09.2022

Anche questa giornata non ha girato come da aspettative e, di conseguenza, maggiore delusione rispetto ad ieri; sembra quasi che si sia innescata, fra me ed il Regno Unito, una sorta d’incompatibilità e mi spiace chiudere così il tour inglese.

Oggi c’è veramente poco da documentare, le foto e la mappa sono un fedele specchio di quello che è stato; tanti km, circa 560, tanta autostrada, l’obbiettivo, fra l’altro aggiunto in corso d’opera, per dare un pizzico di vita al tragitto odierno si è rivelato una tristezza, almeno per me.
Vi spiego: 16 anni fa venni a Stonehenge, con un amico, e fu molto bello dal punto di vista turistico; all’epoca si parcheggiava vicinissimo al sito, comunque c’era poca gente, non si pagava biglietto d’ingresso, potevi perfino riposarti sull’erba vicino alle rocce, cosa che facemmo visto il bel tempo.
Oggi hanno chiuso un ampia zona, ci sono due enormi parcheggi e c’è un discreto caos, hanno fatto un mega edificio, con biglietteria, bar e altro, paghi 30 sterline per essere accompagnato in bus sul posto; potete capirmi, credo, e per rubare 3 foto a distanza mi sono fermato, veramente a rischio di essere travolto dai camion, in un paio di posti assurdi sulla statale che passa li vicino ed è trafficatissima.

In compenso, in precedenza, mi ero fermato a Woodhenge, che all’epoca non visitammo; qui il tempo si è fermato, pochissime persone, libero accesso e un particolare senso di rilassamento che ti pervade, puoi perfino meditare e qualcuno lo faceva.

Effettivamente non è molto, però me lo farò bastare; purtroppo, dovrete accontentarvi anche voi perché di più non c’è.
Vi saluto anche perché stanno per iniziare i controlli per l’imbarco.

21.09.2022

Giornata iniziata prestissimo e in serata ne ho pagato il prezzo sbagliando per ben due volte strada per raggiungere il mio albergo; la traversata è stata puntualissima e alle 4.30 ora locale eravamo a Dieppe.

Fra sbarco e ricerca di un distributore aperto h24, ho perso quasi un’ora e quindi il viaggio è iniziato verso le 5.30; considerato che era buio, ho fatto una prima modifica al percorso rinunciando alle prime coste a scogliera.

Comunque ho fatto tutte statali, anche per riabituarmi alla guida a destra, che sono state molto utili per tenere alta la concentrazione durante la guida notturna; ha cominciato ad albeggiare a Le Havre, la porta d’ingresso dell’Europa (così la definiscono i francesi), che è un enorme città portuale.

Il traffico era esagerato, come in tutte le metropoli, ma ho girato largo passando vicino alla spiaggia; poi ho raggiunto e attraversato il Ponte di Normandia, imponente struttura viaria che scavalca l’estuario della Senna, praticamente alla cieca, visto la nebbia che lo avvolgeva.
Peccato, perché nel culmine si può godere di una vista panoramica stupenda, ma non si può fotografare perché se ti fermi ti spazzano via i camion; il movimento di veicoli è immenso perché si riducono notevolmente i tempi di attraversamento del più grande fiume di questa nazione, ovviamente è a pagamento ma non per le moto (i francesi ce l’hanno queste piccole accortezze per noi bikers).

Raggiungo così Honfleur che è molto carina e meriterebbe maggior tempo rispetto a quello della mia fermata; da qui cerco di mantener fede al mio programma che prevede lungo costa per l’intera giornata.

A proposito, ho fatto un altro taglio, Caen, ed ho privilegiato la visita alle coste del famoso D-Day, lo sbarco degli alleati in Normandia che ha cambiato l’esito della 2^ Guerra mondiale (così dicono); quindi il mio scopo sarà quello di vedere più spiagge possibili e troverete ampia documentazione fotografica, in una sono presente anch’io (novità assoluta in questo tour) grazie alla cortesia di un turista tedesco che si è offerto di immortalarmi insieme alla mia rossa (ringrazio ancora di cuore).
La cosa meravigliosa è che ovunque il mare era calmissimo e in bassa marea; di arenili chilometrici e profondi ne ho visti molti, anche se non tutti piacevoli.

Il viaggio fino ad Ouistreham è scorso veloce, nonostante le strade strette, i numerosi paesini e qualche viandante un po’ troppo tranquillo alla guida; dopo le cose sono cambiate, sicuramente per i ricordi legati al conflitto bellico.

Le prime due spiagge (Sword e Juno) sono state deludenti perché non si percepiva che fossero stati luoghi di conflitto bellico, ma poi le cose son cambiate già con la Gold, dove si vedevano chiari segni del passato che hanno cominciato a far sentire qualcosa dentro; giunto ad Omaha, prima ho visitato il cimitero americano che, vi garantisco, colpirebbe anche i più insensibili.
Le poche foto fatte, credo vi trasmetteranno le stesse coinvolgenti sensazioni che ho avuto io stesso; dopo mi sono recato in spiaggia, enorme, lunghissima, priva di ripari dal fuoco alto dei nemici.

Oggi il terreno è tutto ripulito, c’è perfino una scuola di Landsailing (carri a tre ruote a vela); la strada che gli corre vicina concede più accessi a questo deserto bagnato dall’oceano e non mancano i segni, voluti, per non dimenticare.

Qui c’è stata una piacevole distrazione; in una fermata fotografica mi sento salutare in italiano, sono Gabriele e Letizia, coppia in viaggio in moto nelle terre di Bretagna e Normandia, ma in senso opposto alla mia.
Incuriositi dal mio tour, siamo rimasti a lungo a parlare scambiandoci anche informazioni, purtroppo turisticamente non piacevoli, e consigli; così io gli ho smontato un luogo dove volevano andare, loro mi hanno parlato bene di Saint-Malo, gradevolissima per passeggiarci a lungo, meno di Le Mont Saint Michelle, praticamente in secca e con escavatori e camion che ripuliscono i sedimenti delle maree.
Prima di salutarci gli ho lasciato il mio biglietto da visita per poter leggere le mie avventure, magari possono prendere degli spunti o chissà cos’altro; quindi ripartiamo per luoghi opposti.

Nonostante la stanchezza si faccia sentire, voglio chiudere questa “giornata dei ricordi” e quindi allungo su Utah Beach; molto simile per dimensione e fattezza alla precedente, ma non ci sono alture ed è subito collegata con le pianure circostanti.
Inoltre è decisamente meno attrezzata per i curiosi viaggiatori, ma non è un difetto, almeno per me; tutti i luoghi sono di libero accesso e questo è molto positivo, d’altronde si vuole mantenere vivo un ricordo doloroso.

Finita l’ultima visita, ovviamente punto verso il mio alberghetto sperso nel nulla e, nonostante abbia il navigatore attivo, sono talmente lesso che per ben due volte sbaglio strada; nulla di che, allungo di pochi km e di qualche minuto ma sempre in tempo per aggiornarvi.

Per finire le foto alcune da guardare con particolare attenzione, e la mappa che documenta in modo errato i chilometri fatti (in realtà sono oltre 350) e i tempi di viaggio (ed è ovvio, non considera le mie soste per qualsiasi motivo); quindi buonanotte.

22.09.2022

Comincio con una conferma, rientro sabato e non domenica; questo in buona parte è merito della giornata di ieri che, con le due modifiche segnalate, ho fatto in un sol giorno ciò che avevo previsto in due; la cosa non mi spiace perché è da inizio settimana che seguo il meteo, non solo dei luoghi che visito ma anche di domenica 25 sulle strade di ritorno a casa.
Per questa data venivano segnalati nubifragi e fare 1.450 km in quelle condizione non era certo il massimo; quindi, grazie a quanto inizialmente detto, vi dico che rientro sabato 24; evvai!!!!, sì ma nel diluvio.
Ho visto adesso le previsioni ed ora risulta questo il “giorno di Noè”; purtroppo non vale la pena di modificare niente, perché anche qui, che finora mi andata di lusso (oggi perfino 22°), da domani rovesci a non finire.
Anche per questo motivo mi sono fatto il mazzo per poter visitare Le Mont Saint Michelle in questa giornata.

Ecco che siamo arrivati al resoconto odierno, che vede come obiettivo primario la destinazione suddetta; non è che prima non ci abbia messo dell’altro, infatti anche oggi tranquilli tranquilli sono circa 350 i km percorsi.

Per non perdere l’abitudine di vedere spiagge e coste, mi son fatto tutta la penisola del Cotentin passando di nuovo da Utah Beach, dove non è mancata l’occasione per ulteriori foto, e salendo fino a Barfleur; da qui sono andato sul vertice opposto a vedere due punti panoramici, Pointe des Groins e Phare de Goury, il secondo decisamente più bello del primo.

In precedenza ho fatto tappa alla Plage de la Saline, non male ma la strada per arrivarci è davvero stretta, oltre a scatti al volo di altri panorami prima e dopo Cherbourg; questa città portuale non mi è parsa granché, ma a seguire, per vie minori, qualcosa di veramente buono da immortalare c’era.

Finito il lato nord peninsulare, ho ripreso a scendere con obiettivo Grenville, che offre, come immaginavo, una vista dall’alto veramente di tutto rispetto; prima però c’è stata una tappa fuori programma alla Grande Plage de Barneville, decisamente un bel posto per una villeggiatura tranquilla.
L’arenile è veramente smisurato, il mare è lontanissimo e qui ho capito, che le maree in queste zone sono stagionali e non giornaliere come da noi, oltre a muoversi per almeno un centinaio di metri; d’altronde anche Gabriele e Letizia non mi avevano dato un bel quadro del mio obiettivo finale di oggi visto che era decisamente in secca e c’erano un sacco di lavori per rimuovere i sedimenti lasciati dalla precedente marea.

Quindi, sono entrato e rimasto sulla D911, che nel primo tratto è stretta, con traffico e lenta per i numerosi paesini da attraversare; poi si apre è offre buonissimi panorami fino a concederti la vista della baia in secca con Le Mont Saint Michelle che spicca.
Peccato che le foto da lunga distanza sembrano sfocate a causa della leggerissima foschia, comunque rimangono immagini d’impatto; ovvia che quando sono arrivato in zona, nella lunga camminata, il colpo d’occhio è veramente coinvolgente.
Se non l’avete capito, il parcheggio non è lì sotto, anzi ho provato a forzare e mi sono infilato sulla stradina più ovvia e veloce ma era transennata e, gioco forza, mi sono fermato nel parcheggio di un commerciante di prodotti tipici che era proprio lì; evito strani commenti 😀 😀 😀 , ma è stato gentilissimo perché oltre al parcheggio mi ha fatto mettere nel garage il casco e tutto l’abbigliamento pesante, per cui ho camminato in pantaloni e maglietta (vi ricordo gli oltre 20°).

La passeggiata per arrivarci è di oltre 3,5 km (40 minuti a passo svelto), per cui almeno 10 km li ho fatti pure oggi, e comunque dopo ho scoperto dov’era il parcheggio, a pagamento, da cui partivano le navette, non gratis; però, la maggior parte della gente ha fatto attività fisica come me.

La visita è stata molto più breve di quello che pensavo, ma è tutto molto concentrato; secondo me te lo godi appieno se ci stai un giorno e una notte, magari quando c’è l’alta marea, e ozii un bel po’ in alcuni locali del posto, ovviamente aprite il portafogli che qui non scherzano.

Una delle cose che mi ha colpito è che, quando sono andato sul lato ovest nella parte bassa, l’acqua era vicino alla base del villaggio e non mi sembrava così appena sono arrivato; poi ho fatto un’attenta osservazione di pochi minuti e son bastati per capire che l’acqua avanza velocemente (vedi le ultime foto in sequenza).
Sì, la marea sta arrivando, l’ho mancata di pochissimo perché ho visto su internet che il culmine sarà dal 24 al 30 settembre; domani avevo già in programma un ritorno, convinto che poche ore non bastassero per vedere tutto, invece potrei farlo solo per vedere quanto si è alzato il livello del mare in 24 ore, ovviamente stavolta parcheggio e navetta 😉 .

Resta inteso che prima andrò a Saint-Malo, ultima tappa di tutto il mio tour, e dopo semmai faccio il sopralluogo; certo è che il meteo influirà sulle mie scelte perché non promette niente bene.

Ma facciamo un giorno alla volta ed eccovi foto e mappa.
Buonanotte

23.09.2022

Ebbene oggi comincia l’autunno formalmente e di fatto; ieri fino a 22° e con il sole, a volte leggermente velato, stamani nuvole e temperature ribassate.

Essendo l’ultimo giorno effettivo del mio tour, come dice il mio amico Maurizio, godersi un po’ di ozio non guasta; io, che non sono proprio abituato al dolce far niente, non mi sono fermato, però me la son presa molto comoda.

Dopo essere andato a letto alle 1.30, mi sono alzato alle 8.30 e con calma mi sono preparato per la gita a Saint-Malo; niente moto ma comodo treno, ho la stazione a 100 metri e c’è un treno ogni ora che in 15 minuti mi porta a destinazione.
Perfetto, così niente parcheggi né scomoda attrezzatura da moto da dover sistemare o, peggio, da portarsi appresso; due piccoli zainetti con vitto, maglioncino e giacca leggera antipioggia (viste le previsioni).

Alle 10.00 acquisto i biglietti, alle 10.13 prendo il treno, alle 10.30 sono già in cammino verso i vari obiettivi prefissatimi ieri sera; ovviamente il mare è il motivo più frequente, ma non mancano palazzi fortificati, bastioni, chiese, vie interne e un fuori zona nella vicinissima Alet.

Complessivamente sono ben 5 ore continuative di cammino per un totale di circa 10 km da dove sono scaturite la maggior parte delle foto odierne, che non sono poche; di tanto in tanto si sentiva qualche gocciolina, ma nulla di serio.
Solo verso le 14.00 la pioggerillina è arrivata costringendomi a mettere l’incerato che avevo portato con me per una quarantina di minuti, poi di uovo maglioncino leggero e via.

Avendo esaurito il programma, sono rientrato con il treno delle 16.00 e alle 16.20 ero al mio ostello; ormai avevo già rinunciato ad un secondo round in quel di Le Mont Saint Michelle, non solo per il meteo, ma, semmai avessi avuto un qualsiasi ripensamento, eventi fastidiosi hanno cancellato definitivamente ogni pensiero in merito.

Per mia abitudine prima di entrare in struttura vado sempre a vedere la moto, come stamani del resto; la percezione della ruota posteriore sgonfia, già avuta nel controllo mattutino ma senza esito, purtroppo ora era decisamente una conferma di una bucatura, quindi ecco la priorità impellente.

Con l’aiuto della receptionist, trovo su internet un gommista, carico indirizzo su maps e via di corsa, si fa per dire; sono 5 km davvero ballerini, come guida intendo, perché la moto sembra molto più pesante, non segue le traiettorie, pare ubriaca.
D’altronde la ruota è molto sgonfia e meno male ne ha abbastanza per arrivare all’officina; qui spiego, in un francese stranamente buono, le mie difficoltà e l’urgenza della soluzione al giovane meccanico.
Lui comprende benissimo, si mette subito all’opera e in 40 minuti (+ o -) sono pronto a ripartire con 35 euro meno; caruccio ma, vista la necessità, va benissimo così.

Quindi ritorno al mio alloggio dove comincio a sistemare i bagagli lasciandomi a disposizione “le necessaire”; fatta la doccia, scrivo qualcosina per voi, poi il programma serale prevede uno spuntino, finire di preparare i bagagli e nanna prestino per poter partire domani mattina entro le 6.00, ce la farò? 😀

Lascio alla vostra immaginazione, anche perché domani dubito ci sarà un resoconto di 1.480 km praticamente tutti autostradali, tantomeno delle foto; il mio scopo è quello di essere a casa prima possibile ma senza prendere rischi inutili, visto che il meteo mi assicura una discreta quantità di acqua.
E’ sicuro che partirò totalmente attrezzato sin dall’inizio per evitare soste che non siano solo per carburante e fisiologiche; quindi ci risentiamo fra qualche giorno per le mie conclusione di questa notevole esperienza.

Per il momento vi abbraccio e vi ringrazio di avermi seguito 😉

24.09.2022

(25.09.2022) Buongiorno, pensavo di non scrivere niente di ieri visto che era tutta autostrada da fare di corsa, ma giusto un piccolo aggiornamento mi sembrava doveroso; sveglio alle 5.30, l’inizio di giornata non prometteva niente di buono, però mi è andata molto bene.

Su oltre 1.500 km di strada, ne avrò fatti meno di 500 con acqua e umidità, soprattutto pioviggine e solo in alcuni tratti la pioggia è stata più intensa; il tragitto Livorno-Cecina è stato il momento decisamente peggiore ma, per mia fortuna, le bombe d’acqua erano appena passate.
Quindi ho trovato molte pozze pericolose, specialmente al buio (ore 21.30), e anche un po’ di vento fastidioso; alle 22.00 circa ero davanti casa, ormai consuetudine (casuale) degli ultimi tre viaggi.

In sintesi, i primi 100 km in Francia e gli ultimi 400 in Italia sono la parte meteo negativa; il resto del percorso ha offerto un ampia variabilità, le temperature sono oscillate fra i 13° ed i 20°, si è visto pure un po’ di pallido sole nel pomeriggio.

La partenza, ovviamente in ritardo, è stata alle 6.45 e, per circa 25 minuti, ho viaggiato su una statale avvolta nel buio totale e sotto l’acqua, non intensa ma costante; non è stato semplice, ma, arrivato all’entrata in autostrada, le cose sono gradualmente migliorate.
La pioggia sempre più in calo e la luce del giorno che cominciava a comparire; tutto sommato situazione accettabile.

Il tratto migliore di autostrada è stato da Clermont-Ferrand fino a Liòn e, successivamente alla caotica città, fino alla salita al Frejius; la strada corre fra mezzo i boschi prima e poi in saliscendi sale sulle alpi fino al Tunnel.

Qui ticket di euro 31,70 e via dentro i suoi circa 13 km; all’uscita siamo già in Italia e mi accoglie una fitta nebbia che azzera quasi la visibilità.
Non me ne curo e proseguo deciso; d’ora in poi niente più sole ma solo nuvole e spruzzi di acqua.

Dentro di me esiste solo il pensiero di arrivare a casa e farmi una doccia calda, anche perché, ho la tuta antipioggia danneggiata, con uno strappo su un gamba ed uno su una manica, e quindi prevedo di bagnarmi un po’; verso Genova il grigiore del cielo è oscurato dal buio della notte e, successivamente, faccio l’ultima sosta per il pieno di carburante che mi porterà fino alla destinazione finale. Il resto lo potete immaginare.

Vi lascio 4 foto e una lunga mappa, fra qualche giorno, a freddo, vi darò le mie conclusioni su questa esperienza.
A presto.

conclusioni

Sono passati alcuni giorni dalla fine del mio viaggio e, a freddo, mi sento di esporre le mie valutazioni sull’intero progetto appena concluso; nei primi giorni, più volte avrete notato il riferimento o il paragone con il mio viaggio in Islanda, quindi mi permetto di fare una semplice considerazione:

– la Scozia è bella, con la sua verde natura, i suoi castelli, i suoi muretti di pietra a secco, ma davvero vale la pena di fare 4.440 km di viaggio per arrivarci e tornare?
Bene, vi rispondo anche: per me no.
Per l’Islanda li ho fatti e ne è davvero valsa la pena, per la Scozia ritengo che un Fly & Drive sia più idoneo; per la prima delle due esperienze ho fatto ben 5.200 km in 2 settimane, mentre per la seconda non ho raggiunto nemmeno i 1.000 km in 4 gg.
Poi, per chi vuole viaggiare nel nord del Regno Unito, ho le tracce gpx che si possono anche modificare come si desidera;

– altra cosa, sicuramente questo mio progetto va splittato; detto così pare una brutta cosa ma in realtà, per godersi meglio ogni luogo, conviene che i tre obiettivi siano separati in modo che ognuno possa essere vissuto, anche in tempi ridotti, al meglio e, magari, senza correre.
Di seguito le mie idee:
– Scozia: ritengo che un Fly & Drive di una settimana sia adeguato, però senza impegnare troppo tempo nella visita delle città maggiori; queste, con voli low-cost, sono fattibili con gite di 3/4 giorni, sufficienti, a mio parere, per vederle e viverle completamente.
– Isola di Man: andateci per il TT, così vi potete godere il periodo più intenso di questo piccolo ovale di terra dalle dimensioni simili alla nostra Isola D’Elba; quest’ultima sarà cara uguale, ma offre la possibilità di godersi totalmente il mare (non c’è paragone, a mio avviso).
– Normandia: ci aggiungerei anche la Bretagna e, in 7/10gg, trai massima soddisfazione dal viaggio in moto e, insieme, vedi (sul serio) i luoghi tristemente famosi (che hanno cambiato l’Europa, nel bene o nel male, chissà) e quelli conosciuti per motivi particolari (Le Mont Saint Michel).

Ovviamente, sono mie personalissime considerazioni che coloro che fanno da soli valuteranno come meglio credono, mentre chi volesse aiuto organizzativo per un viaggio in questi luoghi potrà chiedermi (www.iviaggidimario.it) un progetto calibrato suoi propri desideri.

Arrivederci alle prossime avventure 😉 .