L’11 aprile dell’anno scorso, era la vigilia di Pasqua 2020 e scrivevo questo.

Bene, a distanza di circa un anno si ripete la mia solitudine in questi giorni di festa; ancora una volta non posso stare con i miei figli, mia sorella e mia madre, insomma senza la mia famiglia.

Covid ne è la causa, in modi diversi; 359 giorni fa il mio isolamento era comune al mondo intero, bisognava arginare lo svilupparsi di un virus ancora da scoprire e combattere, oggi è anche la mia malattia.

Non sono né arrabbiato né spaventato, oggi si cura decisamente meglio e, comunque, nel mio caso si è evoluto come poco più di un’influenza; ormai sono 4 giorni che non ho alcun sintomo e, tutto sommato, non ho avuto sofferenza fisica.

Semmai, psicologicamente ritengo che un piccolo segno rimarrà, fosse non altro per la preoccupazione generata dallo stato di salute delle 2 persone che potrebbero essere state da me contagiate; sono fatalista e, quindi, non sento sensi di colpa, nemmeno nei confronti della mia anziana madre.

Questo mi da fastidio, come se poter giudicarmi colpevole delle sofferenze altrui potesse liberarmi non so da quali colpe e da quali peccati; sì, penso proprio che le sole cicatrici saranno psicologiche, ma non è un male.

Di ogni situazione possiamo avere più chiavi di lettura ed io preferisco quella della visione del bicchiere mezzo pieno; ho avuto il covid, ne sto guarendo e, probabilmente, avrò anticorpi che mi difenderanno in un prossimo futuro.

Quindi, resto in attesa della conferma della mia guarigione, domani avrò il tampone e vedremo se è debellato questo virus; nel contempo, aspetterò la stessa positiva evoluzione per mia madre e l’altra persona.

Allora eccomi, comunque, ad augurare a tutti una BUONA PASQUA; io lo so perché, credo lo sappiate anche voi.