(mappa) – (foto … in fase di ricerca)

Siamo a giugno e, con i nostri consolidati compagni di viaggio Maurizio (ora neo Ingegnere) e Barbara, dobbiamo definitivamente decidere delle nostre vacanze.

Quest’anno tutti i progetti si sono dovuti ridimensionare perché il laureato biker ha trovato lavoro definitivo, indovinate dove???? Piaggio; non sono moto ma sempre di 2 ruote si parla.

Ovviamente, non avendo maturato un quantitativo di ferie tali da permetterci i nostri amati lunghi viaggi, optiamo per la più bella isola italiana: SARDEGNA (non me ne vogliate, è un opinione del tutto personale).

I nostri amici l’hanno già girata un po’ negli anni passati, ne sono entusiasti e quindi l’idea piace; che zona? Faremo il sud, il tempo è poco e dobbiamo accontentarci.

Nei preparativi si aggiungerà anche una coppia di motociclisti di Milano, che approfitteranno dell’accoglienza di parenti residenti nei pressi del capoluogo sardo.

Tutto pronto, è arrivato il giorno della partenza, nel pomeriggio ci mettiamo in movimento alla volta del porto di Civitavecchia; là ci imbarcheremo in notturna per raggiungere Olbia per poi giungere a destinazione prima di pranzo.

Non abbiamo prenotazione per cui, arrivati al porto, ci mettiamo in fila e attendiamo l’apertura della biglietteria, convinti che ci sarà posto per 3 moto e 6 viaggiatori; dopo un’ora circa Salvatore inizia ad andare in ansia, ha paura che non c’imbarcheranno. Inutile ogni tentativo per tranquillizzarlo.

Ad un certo punto decide di sentire se è possibile far qualcosa per avere certezza che non rimarremo a terra; cerca a vuoto qualcuno della compagnia di navigazione e alla fine si rivolge a due poliziotti in servizio nella sala d’attesa.

Gli spiega, in perfetto milanese, la nostra situazione; gli agenti lo ascoltano e cercano di rassicurarlo, ma il nostro amico non si dà pace e chiude con una domanda accorata: “e noi come si va di là?”.

Risposta, ovviamente goliardica, in perfetto romano: “A noto!!!”

Salvatore, che è passato dall’ansia al panico, non capisce e recupera velocemente carta e penna; torna dall’agente e replica: “Mi dica!”

Si innesca un botta e risposta fra i due: “A noto!” – “sì sì ho carta e penna, mi dica” – “A no-to!!” replica con voce squillante il poliziotto – “sì sì annoto” dice il nostro amico mostrando penna e carta.

A questo punto l’agente, esterrefatto, conferma la battuta aggiungendo alle parole una eloquente mimica; Salvatore è ormai nel buio mentale più totale e continua ad attendere istruzioni mentre l’altro continua a nuotare in aria mentre scandisce le sue due parole.

Questa ridicola situazione richiama pubblico e alla fine tutti scoppiano in una grossa risata; Salvatore comprende la battuta e ride anche lui ma dentro di sé pensa “ma vaffanculo!!!”, anche perché la sua preoccupazione non viene risolta.

Fra di noi ci rideremo fino all’apertura della biglietteria; ottenute le carte d’imbarco, corriamo alla nave e Salvatore si tranquillizza.

Siamo, ovviamente, gli ultimi ad entrare e subito chiudono il portellone; dobbiamo lasciare velocemente il garage perché siamo già in movimento.

Mentre, in tutta fretta, recuperiamo ciò che può esserci utile per la traversata notturna, Barbara, che soffre il mal di mare, cerca di ingurgitare una xamamina (o simile), ma nel caos del momento gli cade a terra; senza nemmeno pensarci un secondo la raccoglie, gli soffia addosso e la ingoia.

Io la guardo sbalordito con gli occhi increduli, lei mi vede e dice: “che c’è?”, rispondo immediatamente: “ti sei resa conto di quello che hai fatto?” – Lei non capisce.

Racconto il fatto a Maurizio mentre saliamo sul ponte e scoppiamo a ridere, risate che si estenderanno a tutto il gruppo quando troveremo un posto per accamparci e passeremo un po’ di tempo a raccontarci la giornata; prima di andare a dormire.

Vi domanderete che è accaduto: bene, Barbara è un’ igienista intransigente, quindi ciò che ha fatto è fuori totalmente dalla sua logica; si giustificherà dicendo che il mal di mare sarebbe stato peggio.

Sono le 5.30 del mattino, i megafoni della nave avvisano di lasciare le cabine, ma la cosa non ci riguarda … abbiamo dormito sul pavimento (almeno io); lo sbarco è previsto alle ore 7.00 e quindi abbiamo il tempo per prepararci tranquillamente.

Alle 6.30 giunge un messaggio dagli altoparlanti: “I passeggeri della cabina 214 son pregati di lasciare la chiave alla reception” con una magnifico intercalare napoletano; perché lo notiamo? Sarà il “leitmotiv” fino all’uscita dalla nave… ed oltre.

Io e Maurizio ridendo lo ribattezziamo in: “A chiav!!!” e sarà il motto della vacanza 😀 😀 😀

Le tre moto si muovono insieme verso Cagliari che sarà la base di appoggio delle nostre ferie; il viaggio è piacevole, fa caldo, il cielo è sereno ed i paesaggi stupendi. Che dire tutto perfetto…. no!

Due inconvenienti durante il tragitto; il primo, di poco conto, capita a me, il secondo, più grave, a Salvatore e Patrizia (gli amici milanesi):

– (a me) stiamo correndo lungo l’arteria centrale dell’isola, il traffico è scarso, mi sudano gli occhi e decido di togliermi gli occhiali da sole; rallento leggermente, alzo la mentoniera del casco, mi sfilo le lenti e, gentilmente, urlo a mia moglie (non avevamo interfoni) di prenderli e metterli in tasca.

E’ un’operazione abituale, per cui do per scontato che lei abbia capito e tranquillamente mollo la presa, certo di lasciarli in mani sicure; dallo specchietto vedo un oggetto schizzare come un proiettile e immediatamente comprendo.

Freno quasi bruscamente, attivo la freccia, accosto, metto il cavalletto laterale mentre scendo al volo e, mentre mia moglie rimane seduta in sella e mi guarda esterrefatta, comincio a correre sull’ampia corsia di emergenza; la strada ha due corsie per senso di marcia, incrocio alcuni veicoli che procedono spediti, e infine li vedo, in mezzo alla carreggiata, ancora sani e salvi. Non posso recuperarli subito perché sta per sopraggiungere un’auto, la guardo e non mi convince, ma è troppo veloce e devo attendere che passi prima di recuperarli; eccola, scricchiolio e frammenti …. bastardo, non me lo leva nessuno dalla testa che l’ha fatto apposta.

Non sono arrabbiato, anzi me ne faccio subito una ragione e torno alla moto; nel frattempo i miei amici, che si erano fermati subito dopo me, mi aspettano per capire che diavolo sia successo. Mi vedono arrivare ridendo, si tranquillizzano tutti, gli racconto in dettaglio l’accaduto e sfociamo in una magnifica risata di gruppo. Ok, si riparte.

– (Salvatore e Patrizia) arriviamo quasi a Cagliari, ci fermiamo perché gli amici milanesi vanno dai loro parenti che li ospitano e, quindi, ci salutiamo, dandoci appuntamento per il pomeriggio, e ci separiamo.

Quando ci ritroviamo, sono abbacchiati e non capiamo finché non ci raccontano: dopo che ci siamo lasciati, prima di ripartire, si sono alleggeriti per il caldo ed hanno legato alcuni indumenti e oggetti al bauletto con un classico elastico a ganci; purtroppo, nel loro tragitto hanno seminato il materiale e per loro sfortuna è accaduto davanti un campo Rom. Vana ogni ricerca in proprio e con l’aiuto di una pattuglia di carabinieri che ben gli ha consigliato di evitare di parlare con gli zingari del posto. E questo è quanto.

Nel pomeriggio siamo comunque andati alla spiaggia del Poetto a goderci prima un po’ di mare e, al rientro, ci siamo fermati alle saline naturali per fotografare gli stupendi fenicotteri rosa: spettacolo della natura.

Siccome abbiamo deciso per spostamenti a giorni alterni, la magnifica spiaggia del capoluogo è stata punto fisso delle giornate di riposo.

Le gite sono state:

– Chia, dove abbiamo goduto di una spiaggia bianca, enorme, meravigliosa e pulita così come il mare, stupendamente azzurro; indescrivibile anche con le foto.

– Villasimius, non senza soste in alcune calette sul mare vicine alla strada panoramica che costeggia tutta la bellissima costa; la famosa cittadina turistica è molto carina e noi ci fermiamo ad una spiaggia enorme dove completiamo la giornata.

– l’ultimo tour era destinato a raggiungere la Costa Rei, ma il tempo nuvoloso con vento e pioviggine ci ha costretti a desistere; quindi, solo un bel giro in moto e poco più.

Finisce la nostra vacanza con un tranquillo ritorno verso casa; comunque, la breve esperienza ci ha lasciato la voglia di tornare, chissà quando e come.

RICORDATE: semmai andrete, non dimenticate: “A chiav!!” 😀 😀 😀