Le varie problematiche connesse con Covid-19 hanno fatto slittare una prova che volevo fare sin da subito, ma alla fine il giorno del test ride è giunto.

Premetto che, per me, l’estetica va avanti a tutto, anche al valore tecnico; su quest’ultimo aspetto ammetto onestamente che le mie competenze sono limitate, posso dare giusto sensazioni da utente che ama viaggiare ma che, in caso di necessità, ha bisogno dell’assistenza specializzata.

Fatta la suddetta necessaria premessa, ora mi occorre fare una breve cronistoria sulle mie impressioni fin dalle prime apparizioni ufficiali della nuova Multistrada V4.

Già dalle prime foto apparse sulla stampa specializzata la moto non mi ha mai preso, anzi mi ha lasciato dubbioso; i successivi video di presentazione hanno molto ben evidenziato le caratteristiche prestazionali del nuovo motore, oltre le innovazioni nelle funzioni di supporto alla sicurezza di guida, ma le immagini continuavano a lasciarmi poco convinto.

Alla prima occasione di potersi spostare quasi liberamente (sempre causa Covid), ho approfittato per andare a vederla da vicino; direi che ho avuto il primo incontro faccia a faccia con il mezzo, ma, purtroppo, le mie impressioni sono rimaste tutte confermate, insomma non mi entusiasma.

Posso ben comprendere che Ducati abbia cercato di creare un prodotto che raccolga il consenso di una platea più ampia di clienti, soprattutto colpendo l’occhio dei fedeli delle concorrenti; quindi, secondo me, alcune scelte estetiche sono “rimodulazioni” di idee di moto in diretto confronto col prodotto bolognese.

Probabilmente questo potrebbe aver “disturbato” il passionale ducatista, come nel mio caso.

Mi ricordo che nel 2010, quando vidi il primo Multistrada 1200, rimasi immediatamente colpito e desideroso, forse un giorno, di poterla possedere; Multistrada V4? Purtroppo “No”.

Questo non vuol dire che la rifiuto a prescindere, ma al momento rimango, con maggior soddisfazione, con la mia 1260 Enduro, esteticamente, sempre per me, molto più appagante; fra l’altro l’ho acquistata l’anno scorso e non sono riuscito a sfruttarla al massimo visti i vari lockdown conseguenti alla pandemia.

Arriva il giorno programmato per il test ride; qui è doveroso il ringraziamento a Simone e Giorgio, della concessionaria Ducati di Pisa, che mi hanno concesso il demo per ben 90 minuti e probabilmente, se io avevo più tempo, mi avrebbero lasciato anche più spazio.

Purtroppo, un’ora e mezza non è bastata per scoprire questa moto; non ho potuto sfruttare tutti i “gadgets” per la sicurezza di guida, quali il radar anteriore, né i 170 cavalli di questo 4 cilindri eccezionale.

Alle ore 9.30 sono in sella alla MTS V4 nella versione full con tutti i possibili accessori a corredo; la moto mi risulta subito più leggera rispetto al 1260 Enduro, sia da fermo, dove i piedi sono ben piantati sul fondo stradale, che in movimento, dove sembra di essere in sella ad un agilissimo 125cc, salvo aprire il gas per ricordarsi che siamo quasi 10 volte più su.

L’impostazione di guida è leggermente più bassa della mia attuale moto e mi ricorda il mio vecchio 1200s (anno 2012); la strumentazione è ben visibile e intuitiva e tutti i comandi sono ben a portata di dito.

Improvviso subito un giro più turistico e guidabile che mi consenta di valutare la ciclistica, con l’intenzione poi di rientrare sfruttando una strada di lunga percorrenza per far correre tutti i cavalli e verificare la funzionalità del radar; purtroppo, causa il traffico e la necessità di un rifornimento di carburante, mi trovo imbottigliato in strade secondarie che mi rubano molto tempo e non posso fare tutto.

Il voto per questa moto è senza dubbio molto positivo, perché è:

  • veramente comoda, con una sella morbida e riscaldabile (molto utile vista la temperatura odierna),
  • agile in curva, senza sbavature e sempre in massimo controllo,
  • quasi silenziosa, forse per i ducatisti di vecchio stampo può non piacere,
  • sempre fluida, sia in brusche accelerazione che a bassa velocità (si viaggia in 6^ a 45 km/h),
  • semplice e veloce nella gestione del riding mode,
  • precisa e puntuale in frenata.

Utile chicca, la segnalazione tramite accensione di spia, posizionata sugli specchietti, al sopraggiungere di veicoli, un accessorio che ben compensa il punto cieco dei retrovisori stessi; il radar anteriore non l’ho potuto utilizzare in quanto, per le strade percorse, non ho avuto la possibilità di inserire il control cruise.

Le mappature ormai sono ben conosciute, ma qui ce n’è una in più, ossia quella “automatica” che sceglie in modo autonomo in ogni situazione le modifiche per ottimizzare stabilità e guidabilità; direi una sorta di “supertouring”.

Il motore è certamente notevole, ma non ho potuto spingerlo al massimo, le statali percorse non lo permettevano; nella mia prova non ho percepito la classica “botta on/off” tipica del bicilindrico Ducati, ma questo è un 4 cilindri, che ovviamente risponde diversamente all’apertura del gas, e senza dimenticare l’intervento dell’elettronica, che negli ultimi anni ha sempre più stemperato l’irruenza del desmo, intristendo i ducatisti nostalgici e/o puri.

Infine, sul motore spicca un punto di forza direi unico ad oggi, che non si vede ma tecnologicamente c’è: primo tagliandone a 60.000 km. Non è cosa da poco, tenendo conto i costi di gestione.

Penso di non aver altro da aggiungere e comunque qui è solo un’esposizione di personali pensieri e sensazioni; per contributi e dettagli specializzati avete la stampa del settore con le prove di esperti testers.

DUCATI MULTISTRADA V4