di tutto un po'

Mario Ferraro

Mese: Ottobre 2019

26.10.2019 – Laghi laziali: Vico e Bracciano.

Dopo il Lago di Bolsena, fatto il 9 giugno scorso (prima del caos lavorativo), ecco realizzato un altro progetto, oggi prima del caos (freddo) invernale.

A differenza della volta scorsa ho deciso tutto in un ora (ieri dopo la pausa sul mare all’ora di pranzo) per cui, pur avendo voluto avvertire alcuni bikers, era per me scontata l’uscita in solitaria.

Sveglia e preparativi in ritardo, alle 8.40 mi precipito (10 minuti dopo l’orario di ritrovo) al luogo di raduno e partenza per vedere semmai qualche sciagurato dell’ultimo momento si volesse aggiungere; improbabile, se non impossibile, perché non ho ricevuto messaggi di avviso da nessuno.

Attesa effimera e corro quindi al distributore, faccio il pieno, passo dal mio gommista per un controllo p neumatici e alle ore 9.00 parto (30 minuti dopo orario programmato… è nova!!!)

Come anticipato nel progetto, per rendermi la vita più complicata la mattina mi sono infilato in strade secondarie dell’entroterra toscano per cercare di godere dei bei paesaggi della nostra regione; purtroppo ho viaggiato per ben 2 ore con il sole negli occhi, situazione che mi ha anche rallentato non poco.

Quindi, per quanto magnifici e anche un po’ surreali, i panorami li ho dovuti apprezzare a pieno nelle poche fermate fatte per qualche foto al volo; comunque confermo la validità della scelta.

Il tratto più bello del viaggio è stato da Monticiano a Buonconvento, una strada secondaria che mi ha dato molta soddisfazione nella guida e nella vista; ovviamente il sole che si è alzato ha reso tutto più semplice e visibile.

Giunto a Buonconvento, chiaramente in forte ritardo, ho preso la Cassia, già fatta a giugno per Orvieto e Lago di Bolsena, che confermo essere una bellissima strada sia come panorami che come velocità di crociera; qui ho recuperato molto, salvo poi riperdere quasi tutto nella ricerca del Lago di Vico (non riuscivo ad imboccare la strada per arrivarci).

Alla fine, Vicino a San Martino al Cimino, mi sono imbucato in una strada in mezzo alla foresta che mi ha fatto salire per un buon tratto prima di ridiscendere e intravedere la sagoma del lago; infatti questo è immerso dentro un circolo di colline di tutto rispetto (per altezza) ed è pieno di una fitta vegetazione.

Gli accessi diretti al lago, nella parte sud/sud ovest, non sono molti e quasi tutti o infrascati o davanti a ristoranti costruiti sulla riva; nel lato est e nord c’è una strada padronale che solo in alcuni punti lascia intravedere il lago a distanza; la separa dalle sponde un susseguirsi di terreni (ritengo privati viste le reti ed i cancelli) con alberi da frutto.

Non sono rimasto pienamente soddisfatto ma, d’altronde, questo lago non è proprio un posto turistico di massa, anzi è molto “selvaggio”.

La circumnavigazione comunque ha richiesto più tempo del previsto e quindi sono giunto al Lago di Bracciano alle ore 16 arrivando sulle rive nella cittadina di Trevignano Romano; molto carina, con molti localini sulla passeggiata che consentono aperitivi e/o cene mentre ti godi il tramonto. In assoluto il posto migliore di questo specchio d’acqua dolce.

Da lì, costeggiando il lago senza lambire le rive, ho raggiunto Anguillara Sabazia; poco prima la strada comincia a costeggiare le piccole “spiagge” dove si può prendere il sole e fare il bagno.

Anche in questa cittadina si può camminare lungo costa e ci sono vari locali, ma risulta meno gradevole e curata.

Ho proseguito poi alla ricerca di un punto spiaggia, segnalato in mappa, che ho trovato dopo pochi chilometri e che mi sono fatto per tutta la sua lunghezza; non male ma stesso problema, strutture non proprio rinnovate.

Puntualizzo che le spiagge, rispetto alla dimensione del lago, non sembrano molte e comunque sono tutte ghiaiose e con vegetazione tipica di acqua dolce (sul Lago di Bolsena non sembrava così). Di sicuro decisamente più turistica del Lago di Vico.

Andando più avanti trovo un campo dell’aeronautica militare con tanto di museo, ma il tempo è tiranno e proseguo; trovo un altro tratto adiacente le rive, molto più spartano, e anche qui faccio qualche foto prima di proseguire per Vicarello

Questa frazione del comune di Bracciano è praticamente attaccata a Trevignano Romano dove sono ritornato fermandomi per godermi un pizzico di tramonto.

Sono le 17.30 e vorrei restare per assistere al sole che scompare di lì a 45 minuti (+ o -), ma considerato l’umidità di questa mattina, presumo, e a ragione, che rischierei un rientro su strade poco conosciute, ben bagnate e molto buie; quindi riparto subito.

Alle 17.45 sono in movimento diretto verso Tuscania prima, che vorrei raggiungere prima di buio, e Montalto di Castro dopo, dove imboccherò la Variante Aurelia per rientrare; i calcoli sono quasi perfetti e così mi sono divertito molto anche alla guida in questi luoghi per me sconosciuti.

In particolare, per un bel tratto ho guidato con all’orizzonte un magnifico cielo arancio/rosastro che mi ha permesso una buona visibilità anche per buona parte del percorso verso Montalto; ovviamente, il buio è arrivato e qualche piccola difficoltà c’è stata in quelle strade molto buie e quasi prive di vita.

Imboccata la variante la mia giornata moto-turistica finisce mentre quella mondana sta per cominciare; ma questa è un’altra storia.

Concludo con un paragone che spero possa essere utile per chi volesse scegliere un lago laziale per una gita o una vacanza:

1. Lago di Bolsena il migliore; turistico, ben attrezzato, con alcuni bei paesini intorno, primo fra tutti Bolsena, e pieno di spiagge tutt’intorno al lago, facilmente raggiungibili, che possono far pensare di essere al mare. Per me n.1.

2. Lago di Vico; adatto solo a gita fuori porta di un giorno per fuggire dalla calura del solleone. Troppo lontano per me per una improbabile replica.

3. Lago di Bracciano; non male, ma non all’altezza del primo, e per me anche più distante.

Precisiamo, tutti belli, son contento di averli fatti ma ripeterei solo il primo, salvo prezzi decisamente concorrenziali degli altri due (di cui non sono informato visto che sono state tutte fugaci gite giornaliere).

A voi le vostre scelte.

percorso ——————————– immagini

E Monte Serra sia.

I piani per la giornata odierna erano di tutt’altro tenore ma la bisboccia di ieri sera mi ha costretto ad una drastica rivisitazione dei miei piani.

Seppur in piedi già alle 7.30, sono riuscito a muovermi solo verso le 11.00 e dopo varie valutazioni sulle mie condizioni, sui tempi a disposizione, sul meteo e non ricordo su che altro; alla fine mi è venuto in mente di andare a vedere il Monte Serra.

Questa destinazione l’avevo già tentata una settimana dopo il devastante incendio del febbraio scorso, che ha reso la strada per la vetta impraticabile per lungo tempo.

Ottima scelta alla fine, perché ho potuto ammirare un paesaggio in grande recupero anche se ancora fortemente segnato dal fuoco infernale di quasi 8 mesi fa.

L’occasione è stata buona anche per testare un paio di app per navigazione GPS offline installate sul mio vecchio e stanco cellulare che vorrei adibire esclusivamente alla funzione di navigatore (vi parlerò in seguito sui risultati dei test).

Ore 11.30, con la moto in versione “long range” (per comodità di gestione bagaglio), muovo per il tragitto ormai conosciuto. Tutto perfetto tranne che non sono in gran forma e a tratti l’abbigliamento da mezza stagione mi risulta insufficiente; ma penso che nel corso della giornata guadagnerò gradi.

Giunto a Calci comincio la salita e, con piacere, anche se quasi scontato, supero il punto di stop dell’ultima volta e affronto gli ultimi 12 km per la vetta.

Il fondo stradale è riparato e salendo lo spettacolo è davvero accattivante; poche fermate per scatti fotografici anche per carenza di spazi di sosta.

Ovviamente non può mancare un prolungato stop per visitare il Monumento dedicato ai Caduti del Vega 10, dal quale si gode di una vista panoramica eccezionale, e qui gli scatti non mancano.

Dopo 40 minuti, risalgo in sella e proseguo verso il versante lucchese passando sotto le antenne televisive per imboscarmi nei castagneti della stretta e umida strada che scende a Pieve di Compito.

La via si fa più gradevole, la guida è fluida e seguo senza tanta fantasia l’asfalto che mi si propone davanti e che so già dove mi conduce; superato il foro di San Giuliano Terme, passando da Ghezzano, raggiungo la zona di Ospedaletto per tornare indietro sulla statale 206.

Nessuna strana idea mi sopraggiunge, come già detto non mi sento in forma, e arrivo di nuovo a casa per riposarmi prima della serata che mi attende.

Purtroppo, non credo oggi di essere stato molto capace di esprimere gli aspetti belli e positivi di questa gita intorno casa, ma spero che il percorso e le immagini linkati qui sotto, vi siano di aiuto per sviluppare un’eventuale passeggiata in questi luoghi; ne vale la pena… 😉

percorso ——————————– immagini

Percorso qualsiasi

Dal rientro dalla Sardegna, praticamente utilizzo zero della moto; causa lavoro, meteo e altri impegni, movimento ridotto solo a qualche km casa/ufficio e ritorno. Praticamente non si carica nemmeno la batteria.

Oggi ho rotto gli indugi e, come altre volte, mi sono mosso tardi e alla cieca. Tragitto improvvisato, in teoria; infatti il percorso che è venuto fuori alla fine è tutto un déjà vu, anzi un già fatto.

Ma oggi il sapore era diverso; il tempo era più bello, la temperatura era più adatta, la strada più libera… insomma era tutto ” più”.

In realtà oggi ero solo io che avevo tanta voglia di fare un’uscita che alla fine mi è sembrato tutto più bello; figuratevi mi sembrava anche di guidare da Dio.

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