07. Inari – CAPO NORD          (map)             (foto)

Vi ricordate tutte quelle belle foto sulle temperature di ieri? Bene, cancellatele dalla vostra mente.

E’ vero che già a Tallin la sera mi sono messo maglione e giacchettino, per via dell’escursione termica fra giorno e notte dovuta ad un ventarello molto fresco; ieri sera la situazione era similare e soprattutto dopo l’ultima foto di mezzanotte il rientro a casa mi ha fatto presupporre un riallineamento meteo locale.

L’uso della loro copertina imbottita per dormire è stato piacevolmente utile e anche questo la dice lunga sul cambio di temperature.

Mi sveglio con ampio anticipo, verifico di persona la temperatura ed il tempo ed approfitto per accelerare le operazioni di partenza considerato che devo rimettere strato antipioggia e antivento al mio completo da moto.

Anche Davide si alza prima e quindi siamo puntualissimi alla partenza: ore 9.00 ora locale.

Riprendiamo la E75, il tempo è nuvolo, a tratti troviamo strada bagnata, ma niente pioggia; dopo circa 30 km prendiamo la E92 che ci porterà in Norvegia. Siamo su di morale, mancano 350 km circa all’obiettivo principale di questo viaggio e la strada sembra più bella; fino al confine norvegese è quasi tutta un lungo rettilineo saliscendi, in alcuni tratti lo stomaco va su e giù come sulle montagne russe (ma non da noia, anzi). Il tempo tende ad un leggero miglioramento e i chilometri scorrono veloci pur senza esagerare con l’acceleratore.

Entriamo in Norvegia quasi senza accorgercene, cambia subito il paesaggio, costeggiamo un grande fiume e la strada diventa ancora più divertente con un po’ di curve che ci permettono di usare anche la spalla delle gomme, finora quasi sempre spiattellate.

Raggiungiamo la cittadina di Karasjok ed imbocchiamo la mitica E69 che ci porterà dritti (si fa per dire) alla meta.

Il sole cerca di far capolino a tratti, ma prevalgono nuvole e umido; arriviamo alla tappa per il rifornimento, la cittadina di Lakselv che si trova sulle rive di una lingua di mare che viene dall’oceano. Non me ne rendo conto subito ma di fronte a noi c’è un muro, una parete di roccia enorme ricoperta da nubi; non capiamo bene ma ripartiti la raggiungiamo in un attimo e da lì ci scorta per un lungo tratto contrapponendosi all’insenatura di mare in secca (credo sia per la bassa marea). Proseguendo, la strada diventa sempre più bella e piacevole, il paesaggio si evolve continuamente pur non mutando nella sostanza, ossia montagne a sinistra e mare a destra; e noi viaggiamo soddisfatti e incantati da quanto vediamo. Ci fermiamo in più di un’occasione per fare foto e riprese, ma qui andrebbe immortalato tutto il percorso e non possiamo farlo; inoltre, pur non essendo tardi (abbiamo recuperato un’ora con il cambio d’orario – in Norvegia è come in Italia) dobbiamo pure arrivare, prima a Capo Nord e poi al nostro camping. In tutto il percorso sfrutto la cam a bordo per fare varie riprese ma voglio salvaguardare la batteria per filmare l’ingresso trionfale alla destinazione. Tuttavia non posso esimermi da riprendere il passaggio nel Nordkapptunnelen (galleria sottomarina di oltre 7 km) e da lì il paesaggio continua ancora a migliorare, la strada diventa sempre più collinare, si sale, si curva e si godono sempre più le viste mare ed i laghetti circostanti. Arriviamo al bivio per salire su fino alla rupe del Mappamondo e scopriamo con piacere che subito lì vicino c’è il nostro camping; bene dopo sappiamo dove andare. Percorriamo gli ultimi 13 km dell’unica strada che ci porta all’arrivo più importante del viaggio e la cam a bordo “sviene” (rottura del supporto); poco male ho il ricambio e dopo al nostro alloggio provvederò alla sostituzione. Inoltre il dispiacere è attenuato perché Davide ha la sua cam operativa; all’arrivo la nebbia non offre una gran visuale sono le 15.00 circa e facciamo il biglietto; parcheggiamo le moto, ora non è più possibile arrivare vicino al mappamondo, e ci dirigiamo prima al centro, anche per riscaldarci un po’ (se non si fosse capito faccio notare che ora la temperatura è nel range stagionale del periodo; tradotto è fresco assai), poi andiamo  all’esterno, prima al monumento in pietra con la freccia che indica la direzione Nord, per il nostro selfie, poi verso i bordi recintati della rupe per fotografare il mare, ma senza molta soddisfazione vista la nebbia che avvolge ogni cosa, a seguire verso il mappamondo dove facciamo le foto di rito e incrociamo una simpatica coppia di motociclisti di Verona con i quali ci scambiano info sui nostri viaggi per poi salutarci e proseguire le nostre visite. Il tempo non migliora, rientriamo nel centro, facciamo shopping e visitiamo tutto ciò che c’è da vedere; arriva l’ora di andare al camping per prepararsi per la cena e poi per il ritorno a mezzanotte; sono sereno e soddisfatto di questa giornata per me memorabile e sono convinto che stasera, quando torneremo, vedremo il sole all’orizzonte.

Più tardi o, più probabilmente domani, vi dirò com’è andata.

Ooops, dimenticavo: in molte parti del tragitto abbiamo avuto il piacere di vedere gruppi di renne a bordo strada, anche vicino al mare; addirittura una volta ho dovuto quasi fermarmi per far passare un giovanissimo esemplare che ha attraversato la strada.

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