08. Capo Nord – Tromso           (map)              (foto)

Riprendo da dove ho lasciato ieri sera.

Capo Nord non ci ha premiato; a mezzanotte e mezza circa, visto che la nebbia non accennava nemmeno ad un microscopico diradamento, abbiamo deciso di andare a dormire e non siamo stati gli unici (il centro si è completamente svuotato).

Ovviamente, a mezzanotte, mentre un gruppo ucraino ha festeggiato la mezzanotte come fosse capodanno brindando a vodka, noi abbiamo fatto la foto di rito, incontrato e parlato con alcuni turisti italiani e poi siamo andati a scaldarci nella struttura pluriservizi costruita sulla rupe, prima di tornare al camping.

Sono un pochino deluso ma, nel ripercorrere i 13 km che ci portano al camping, riesamino il viaggio fino ad oggi e penso di poter dormire sereno: possiamo comunque essere soddisfatti. Arrivati al nostro bungalow ci guardiamo stanchi e contenti e pensiamo insieme: cavolo è l’una ed è ancora giorno. E così rimane fino a che non ci alziamo, sia come luce che come nebbia e umidità.

Ore 7.15 siamo in piedi con anticipo sulla sveglia programmata, lesti completiamo i preparativi e alle 8 siamo già pronti e partiamo recuperando un’ora. Buono? Sbagliato.

Andiamo vivaci fino al tunnel sottomarino, è fresco, nuvolo e umido, ma siamo ben vestiti.

Si esce dal tunnel, piove; smetterà pensiamo e tiriamo di lungo ma il cielo non sembra darci ragione e, per non diventare completamente zuppi, ci fermiamo e ci dotiamo di tutta l’attrezzatura antipioggia. Siamo abbastanza veloci pur essendo la prima volta che usiamo tali indumenti, che vengono spacchettati per l’occasione.

Si riparte, ma è un martirio; la media di percorrenza si riduce notevolmente e comunque non siamo a nostro agio. Siamo gonfi come l’omino gommato, impacciati nei movimenti ed in tensione per il fondo stradale bagnato in una strada piena di curve. Per fortuna tale situazione non dura molto, in poco tempo, praticamente la pioggia cessa e siamo ancora più innervositi per aver perso tempo per niente. Meglio così, però, perché possiamo accelerare. Al primo stop, complice anche un timidissimo accenno di sole, ci spogliamo in fretta del vestiario antipioggia decidendo di proseguire a rischio fino ad eventuale estrema necessità. Nel frattempo un biker locale si avvicina, ci chiede del nostro viaggio e si complimenta con noi, subito dopo è una famiglia italiana a chiederci info e ci raccontiamo a lungo, troppo a lungo, ma fa piacere condividere esperienze con altri.

Salutiamo e riprendiamo il nostro andare, il tempo è nuvoloso ma ci permette di viaggiare spediti; anche la strada migliora, il paesaggio sarebbe desertico se non fosse per il verde della vegetazione di pianura. Siamo contenti, recuperiamo qualcosa ma la variabilità non manca e la pioggia ci riprende di nuovo; non importa, andiamo avanti stoici, smetterà presto. E così è.

Siamo ovviamente infreddoliti ma ben presto il vento ci asciuga; cambia il paesaggio che diventa più bello costeggiando il fiordo su cui si trova la cittadina di Alta che ci ricorda di essere a metà strada. Da lì in poi i panorami sono mozzafiato fra i fiordi enormi che si insinuano tra i monti che hanno ancora qualche spruzzo di neve qua è la; la strada scorre veloce, anche in montagna, ed è bellissimo guidare nelle curve che si sviluppano nel paesaggio. Ci divertiamo molto ma stando attenti al cielo, che di tanto in tanto ci vuole intimidire con piogge non durature.

Tiriamo di lungo, si preannuncia un arrivo anticipato e questo ci fa sentir meno la fatica; d’altronde anche oggi sono oltre 600 km.

Arriviamo alla E8 che ci conduce alla meta; anche qui sono altri 70 km di strada fra mare e monti, il tempo è peggiorato ma non piove, ormai non sentiamo più nulla e cosi arriviamo a Tromso dove spicca il Bruvegen, il grande ponte che collega le due sponde su cui sorge la città; lo attraversiamo non solo perché lo vogliamo fare, ma anche perché dobbiamo farlo per giungere a destinazione.

Arrivati, in anticipo di 30 minuti, ci sistemiamo e prepariamo per la cena, che facciamo in un pub locale, per poi girare, ovviamente a piedi, la cittadina; pioviggina, è molto fresco, e, purtroppo, c’è poco da vedere; tra l’altro oggi è domenica ed è praticamente quasi tutto chiuso.

Infreddoliti decidiamo di rientrare ed eccomi qui. Davide dorme ed io vi saluto.

A domani.

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